Come spesso accade quando si sente odor di tempesta, quando l’uragano si avvicina, quando la nave sta per affondare i topi repentinamente l’abbandonano.
Ciò è quanto emerge dai discorsi tenuti dai due leader sindacali di UIL e CISL e ciò è evidente da quanto dichiarato da Giovanardi e Calderoli.
Per i primi due, gli stessi che hanno sottoscritto il contratto capestro con Marchionne, gli stessi che si sono fatti vedere in tutte le manifestazioni pro governo, che hanno appoggiato la politica, ma forse è meglio chiamarla non politica, scellerata di Sacconi, gli stessi che non hanno perso occasione di affiancare la Confindustria nelle proposte più dannose per i lavoratori degli ultimi cinquant’anni, ebbene sì proprio loro adesso, dopo diciassette anni, chiedono le riforme altrimenti ci sarà lo sciopero generale, altrimenti il Governo dovrà andarsene!
Giovanardi, sottosegretario con delega alla famiglia, alla droga, al servizio civile, proprio lui, quello che ha tuonato contro l’IKEA perché sui cartelloni pubblicitari aveva esposto due uomini che si tenevano per mano, lo stesso che non ha proferito parola rispetto alle quotidiane uscite antifamiglia, sottoforma di indegni comportamenti privati del premier; adesso chiede riforme altrimenti potrebbe uscire dal Governo.
Calderoli il Ministro della semplificazione che appunto semplificando taglia una legge per consentire l’impunità ai leghisti che si presentarono in Piazza San Marco, a Venezia, su un mezzo blindato, tentando di proclamare la repubblica di Venezia e vennero arrestati per insurrezione armata contro lo Stato; proprio lui adesso chiede le riforme, ma dov’era nell’ultimo decennio, altrimenti sciopererà insieme a Angeletti e Bonanni!
O forse, dietro queste uscite estemporanee, c’è il tentativo di tenere in piedi un sistema di potere che oramai fa acqua da tutte le parti, attraverso una manfrina che tra breve farà dire agli stessi personaggi che però questo governo le riforme le sta facendo e quindi deve andare avanti?
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