Renzi lancia le sue proposte, riforma elettorale ed eliminazione del Senato, con un risparmio di un miliardo di euro, sollecitando il Governo ed i partiti sulla prima proposta e solleticando il M5S affinché prenda posizione sulla seconda.
Letta si spertica nel cercare di convincere i cittadini, perlomeno quelli che ancora lo ascoltano, che il governo tramite le ultime manovre ha permesso al paese di levarsi da una china insidiosa ed ha abbassato le tasse; tutti si chiedono a chi! Inoltre, grazie al diminuito tasso d’interesse dei nostri titoli di stato, dovuto al contrarsi dello spread, risparmieremo 5 miliardi di euro in interessi che paghiamo per il colossale debito italiano.
Napolitano, incensando se stesso e l’operato del Suo governo, sottolinea i risultati raggiunti e la bontà della direzione intrapresa, portando come esempio la finta eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti e sollecitando a far presto con le riforme, perché lui si è sacrificato assumendosi un ulteriore responsabilità accettando suo malgrado di rivestire nuovamente la gravosa carica di Presidente della Repubblica, ma se non si fa come dice lui…..
Insomma grandi dichiarazioni, proposte e propositi in prima pagina sui giornali e enfatizzati su tutte le televisioni. Qualcuno che però fa i conti e rompe le uova nel paniere c’è sempre. Così scopriamo che pagheremo mediamente 1350 euro all’anno in più per famiglia, che sono stati sottratti soldi ai servizi all’infanzia, che sono diminuiti i fondi per i malati di SLA, che l’IMU non è ancora del tutto sparita, che le autostrade sono aumentate e che anche alla benzina è stata applicata un’altra accisa, così come sui liquori, sui tabacchi e sulle sigarette elettroniche….
Nessuna seria iniziativa che possa far sperare in un domani migliore, per esempio agendo sulla corruzione e sull’evasione fiscale che sono i più grandi mali che attanagliano l’Italia e che impediscono agli italiani di vivere in un paese normale, in un modo normale, secondo regole condivise ed applicate a tutti senza distinzioni.
In termini di giustizia, mentre si cerca di far uscire di galera un certo numero di delinquenti e guarda caso si opera per diminuire le pene per i reati «da colletti bianchi», si presenta come un importante passo in avanti la proposta di introdurre il reato di omicidio stradale. Non si tocca la Bossi-Fini ed il reato di clandestinità, che riempiono le carceri ed ingolfano i tribunali con procedimenti lunghi e farraginosi, non si modificano le norme sulla carcerazione per i reati legati al consumo di stupefacenti o ai piccoli furti, per i quali le celle sono piene di condannati, ma si sta lavorando alacremente per consentire l’impossibilità di andare in galera per reati fiscali, già adesso è molto, molto difficile.
La gravità dei crimini fiscali sta nei numeri e nelle conseguenze: ogni anno mediamente si evadono 150 miliardi di euro, altro che il miliardo previsto da Renzi e i 5 miliardi di risparmio urlati ai quattro venti da Letta, per arrivare a 150 miliardi ci vogliono almeno 10 finanziarie o, come si chiamano adesso, leggi di stabilità.
Senza questi miliardi di evasione sarebbe molto più difficile corrompere perché non sarebbe possibile accumulare tesoretti predisposti allo scopo. Tesoretti ai quali tutti, chi più chi meno, contribuiamo. «Con fattura o senza?»”, quante volte ci siamo sentiti porre questa domanda e quante volte abbiamo optato per il senza? Ma cosa comporta questa nostra scelta è presto detto, prendendo come riferimento 1000 euro di spesa il calcolo sull’ammontare dell’evasione sarà di 200 euro di Iva e 300 di Irpef (ipotizzando un’aliquota del 30%). Allo Stato saranno stati sottratti 500 euro.
Considerando che ogni giorno, milioni di artigiani, commercianti, professionisti, piccoli e medi imprenditori, evadono con lo stesso elementare sistema, alla fine dell’anno allo Stato sono stati rubati (secondo Corte dei Conti, Eurispes, Agenzia delle Entrate) dai 100 ai 120 miliardi di euro. Ma il recupero di questi soldi non è una priorità se è vero che il complesso delle imposte evase accertate e non riscosse ammonta a 545 miliardi di euro!
Far pagare le imposte, evitare o limitare così la dilagante corruzione, non è in agenda perché ciò comporterebbe la fine dei finanziamenti personali, a quel politico o a quel partito, dei favoritismi a quell’imprenditore o a quella lobby.
Così la legge di stabilità si porta a casa 8 miliardi di euro, lo 0,4 % del debito pubblico italiano, tutti a spese degli onesti, dei più disagiati ed indifesi, mentre lascia alla «fascia protetta» di evasori, corruttori e corrotti il bottino da spartire, il 10% del PIL.
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