Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

domenica 26 gennaio 2014

Oggi come ieri

Quando vent’anni fa Silvio Berlusconi annunciava la sua discesa in campo, tanti di quelli che oggi leggeranno questo articolo erano dei bambini che andavano a scuola e che quindi hanno potuto provare sulla propria pelle solo questo tipo di politica, questo modello di società. Nello stesso tempo tanti erano quelli che speravano in un’Italia migliore, senza sprechi, senza corruzione, insomma più giusta.

Si veniva per chi non lo sapesse dalla stagione di “Mani pulite”, cioè dagli anni in cui un pool della Procura della Repubblica di Milano, formato dai magistrati Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Tiziana Parenti, Ilda Boccassini e guidato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio , attraverso delle approfondite  indagini portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio (Bettino Craxi, Arnaldo Forlani). Indagini che portarono all’annientamento quasi totale dei partiti dell’epoca ed all’inizio di quella che è stata chiamata Seconda Repubblica.

Dapprima la reazione della gente comune all’annuncio dell’intenzione di entrare in politica di un uomo che veniva dal mondo dell’impresa che con gli immobili e con le televisioni aveva fatto strada, fu di sollievo, fu un segnale di cambiamento di cui l’opinione pubblica aveva bisogno. Insomma questo annuncio fu accolto come un ventata d’aria fresca da parte di molti italiani, anche se già i più attenti o i più informati mettevano in guardia osservando come questo imprenditore, Silvio Berlusconi, avesse goduto di favori, di norme e leggi che avevano favorito il successo delle sue imprese.
Ma gli italiani, molti italiani, stanchi di una politica piena di ladri e corrotti, resi incapaci di reagire da un potere mediatico molto forte, che rappresentava ogni giorno una vita irreale, che sviava dai problemi per presentare gossip, si lasciarono irretire e andarono in massa a votare per il nuovo partito e per il suo leader.

A distanza di vent’anni i piccoli di allora sono cresciuti e gli italiani che avevano sperato in un cambiamento sono invecchiati. Ci ritroviamo per certi versi con una situazione analoga, probabilmente peggiore, corruzione e concussione a tutti i livelli, tutte le speranze di allora bruciate in un vortice di inganni perpetrati a danno dei più deboli  e incompetenza dovuta alle scelte dei leader di circondarsi di mezze tacche, che ha portato l’Italia ai più bassi livelli di considerazione internazionale di sempre, e adesso anche un piccolo uomo come Renzi, solo perché è giovane, solo perché annuncia cambiamenti, per poi chiedere il permesso a Berlusconi, sembra essere una soluzione, una ventata d’aria fresca.
Fortunatamente ci sono tanti italiani che hanno compreso la truffa  a loro danno; i giovani che sono cresciuti e finalmente si rendono conto di quello che succede e i meno giovani  che sono usciti dal letargo e vogliono riprendere in mano la situazione, stanchi di delegare, vogliono lottare per cercare delle soluzioni diverse, un modo nuovo di affrontare le cose, non più da sudditi ma da cittadini che possono determinare il futuro del paese.

Questi cittadini non permetteranno ad un altro imbonitore di piazza di impadronirsi della nostra vita e del nostro futuro .

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