Quali sono queste proposte? Per la parte politica che era in
carico a Onida, Mauro, Violante e Quagliariello, sono state tre le proposte per
la nuova legge elettorale (non una) al posto del porcellum; poi il tentativo di
limitare le intercettazioni telefoniche da parte della magistratura (i cittadini
è meglio che non sappiano…), limitazioni ai magistrati e al potere giudiziario,
permanenza del finanziamento pubblico ai partiti, nessuna norma seria sul
conflitto d’interessi. Per la parte economica si sono cimentati sei “saggi” che
hanno relazionato circa la necessità di dare impulso al lavoro, riducendo le
imposte per i neo assunti al fine di poter aumentare il loro reddito e
garantire comunque una crescita dei consumi, poi si è indicata la strada di
dare l’onere delle grandi opere ai privati garantendo loro la gestione per
alcuni decenni, con i relativi incassi.
Insomma niente di eclatante, nessuna trovata originale che avrebbe potuto
permettere un vero balzo in avanti.
Adesso nella confusione generale, dopo queste proposte poco
originali e forse impraticabili giunte dal Quirinale, la palla ritorna ai
partiti che, ci dicono i media, sono sempre più arroccati ognuno sulla propria
posizione con l’unica differenza che il PD sta cercando di autoeliminarsi
palesando internamente posizioni incompatibili con le richieste degli elettori.
Sono state fatte delle primarie per stabilire il candidato presidente del
consiglio: ha vinto Bersani. Inizialmente onori e appoggio unanime al Segretario che però, in linea con la sua
posizione, tiene la barra a sinistra e indispettisce tutta quella parte del
partito, Renzi compreso, che con il nuovo corso temono di perdere poltrone e
privilegi. Dove finirebbe Renzi se si arrivasse a determinare un massimo di due
mandati indipendentemente se di tipo politico o amministrativo? Dove
finirebbero i Fioroni, Violante, Franceschini, D’Alema…?
Altro che necessità di un governo di larghe intese, c’è bisogno
di un governo di cambiamento, che governi e che eventualmente le intese le
trovi intorno ai programmi che presenta e alle leggi che propone per
realizzarli.
Grillo e il M5S sono arroccati sulle loro posizioni,
legittime certamente ma per me poco comprensibili, di mantenersi estranei da
qualsiasi possibile alleanza con “la vecchia politica” indipendentemente dalle
proposte. Berlusconi e i suoi lacchè che adesso si dannano l’anima per cercare
un accordo con l’odiatissimo comunista Bersani, certamente non per senso di responsabilità
ma, è forse inutile dirlo, per il solito tentativo di avere in cambio l’impunità
e un mantenimento dello status quo.
I “saggi” hanno dato una ricetta che se applicata potrebbe
portare il paese ad una situazione peggiore dell’attuale. Per dirla con una
metafora, l’antibiotico individuato renderebbe più forte e forse letale l’infezione.
Gli Italiani hanno votato per il cambiamento e nonostante tutte le sirene
prezzolate si spertichino nell’affermare che ci vorrebbe un accordo di “larghe
intese”, bisogna andare avanti con una strada nuova e coraggiosa.
Cosa ci aspettiamo? Che Bersani vada avanti per la sua
strada, promuovendo un programma che promuova il lavoro e la difesa dei più
deboli, elimini sprechi, privilegi e leggi ad personam, solo così spaccherà il PDL, eliminerà i cugini
di Berlusconi che si annidano nel PD e darà ai grillini un motivo in più per
appoggiarlo.
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