Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

domenica 16 febbraio 2014

La Corte dei Miracoli di Re Giorgio

Sulla testa degli italiani è passata l’ennesima autoritaria decisione del Capo dello Stato, uno schiaffo alla democrazia e un ulteriore prova del fastidio che il Presidente della Repubblica, il garante della Costituzione, prova nel far passare le decisioni dal Parlamento, organo costituzionalmente preposto proprio a questo.

A colpi di decreti, ghigliottine, incontri privati, si sta consumando la fine della democrazia, si proprio così a decidere cosa è meglio per il paese e per i suoi cittadini, ci pensa un uomo solo con la sua corte.
Le ambizioni personali, quella di Re Giorgio, quella del Condannato Silvio Berlusconi e quella dell’Infante reale Matteo Renzi, superano di gran lunga tutte le necessità del paese. Si disfa un Governo, inetto se non dannoso, senza passare dalle camere si decide di cambiare. Ma cosa?

Il nuovo leader, il putto Matteo, si appresta a mettere insieme una squadra di Governo senza avere alle spalle la forza di una consultazione elettorale, senza aver potuto o voluto presentare un programma chiaro, dovendo, a questo punto per forza, mediare con l’altra parte del partito unico del Presidente. Si perché è sotto gli occhi di tutti che senza il consenso di Berlusconi o dei suoi pupazzetti animati non si va da nessuna parte.
Le consultazioni di ieri al Quirinale ci hanno detto poco o niente rispetto a quanto ci si poteva attendere, in una sola parola le definirei inutili, se non per la passerella  di condannati, fantasmi, e rappresentanti del niente.

Il condannato Berlusconi, di cui non ci dilunghiamo a elencare i meriti, affiancato da Brunetta, quello che ha definito i precari che protestavano la peggiore Italia, e da Paolo Romani che oltre che essere stato un impalpabile Ministro dello Sviluppo Economico, lasciava il cellulare da assessore del comune di Monza alla figlia così che potesse telefonare a nostre spese (5000€).
Belfagor- Alfano affiancato da Renato Schifani, nominato nientemeno che da Totò Riina «Schifani è una mente», e dal peggior ministro del lavoro della storia repubblicana, Maurizio Sacconi, colui che ha spalancato le porte, e una parte del corpo degli operai della Fiat, a Marchionne con i risultati che tutti possiamo vedere.

Zanda, capogruppo del PD in Senato,  con il fido Speranza, capogruppo alla Camera, noti voltagabbana e traditori dell’elettorato, sono stati eletti per essere alternativi al Centro Destra e ci governano insieme, anzi oramai è difficile distinguerne le posizioni, accompagnati dall’osservatore misterioso del Segretario di cui anche sui giornali non appare il nome, che dopo aver preso in giro gli Italiani per ben venti anni si presentano con una promessa di supporto totale a Matteo Renzi e alla sua proposta di programma che si sta delineando.
Queste le principali delegazioni che si sono presentate davanti a Re Giorgio, la Lega e il M5S si sono rifiutati di prendervi parte, i primi con chiari scopi elettorali ed i secondi in linea con la loro politica e la richiesta di messa in stato di accusa del Presidente e  visto l’esito scontato di questa manfrina che nulla ha a che fare con la formazione di un Governo.

Victor Hugo, nel suo romanzo Notre Dame de Paris ha attinto le sue fonti nella descrizione della Corte dei Miracoli da  un libretto popolare burlesco, Jargon o Linguaggio dell'Argot riformato, scritto verso il 1630 da un certo Ollivier Chereau, di Tours. Secondo le buffonesche descrizioni di questo autore i mendicanti membri dell'Argot (una corporazione di pezzenti) gerarchizzati e perfettamente organizzati, avevano leggi, un loro linguaggio e eleggevano un loro re chiamato «Coësre» o «re di Tunisi».

Questo sovrano dei pezzenti comandava su tutti i mendicanti di Francia che in ogni provincia obbedivano ai «cagous» cioè ai luogotenenti del re; erano loro che istruivano i mendicanti principianti nel mestiere. Al di sotto di questi nella gerarchia venivano gli «archissupots» che rappresentavano i saggi del regno. Erano per lo più anziani studenti che insegnavano l'argot ai mendicanti esordienti e godevano del privilegio di non pagare alcuna tassa al Coësre.

Scusatemi se insisto, ma come chiamereste un covo di condannati, indagati, nominati, traditori, venduti, al cospetto di un Re eletto da loro stessi se non Corte dei Miracoli.

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