A colpi di decreti, ghigliottine, incontri privati, si sta
consumando la fine della democrazia, si proprio così a decidere cosa è meglio
per il paese e per i suoi cittadini, ci pensa un uomo solo con la sua corte.
Le ambizioni personali, quella di Re Giorgio, quella del
Condannato Silvio Berlusconi e quella dell’Infante reale Matteo Renzi, superano
di gran lunga tutte le necessità del paese. Si disfa un Governo, inetto se non
dannoso, senza passare dalle camere si decide di cambiare. Ma cosa?
Il nuovo leader, il putto Matteo, si appresta a mettere
insieme una squadra di Governo senza avere alle spalle la forza di una
consultazione elettorale, senza aver potuto o voluto presentare un programma
chiaro, dovendo, a questo punto per forza, mediare con l’altra parte del
partito unico del Presidente. Si perché è sotto gli occhi di tutti che senza il
consenso di Berlusconi o dei suoi pupazzetti animati non si va da nessuna
parte.
Le consultazioni di ieri al Quirinale ci hanno detto poco o
niente rispetto a quanto ci si poteva attendere, in una sola parola le definirei
inutili, se non per la passerella di
condannati, fantasmi, e rappresentanti del niente.
Il condannato Berlusconi, di cui non ci dilunghiamo a
elencare i meriti, affiancato da Brunetta, quello che ha definito i precari che
protestavano la peggiore Italia, e da Paolo Romani che oltre che essere stato
un impalpabile Ministro dello Sviluppo Economico, lasciava il cellulare da
assessore del comune di Monza alla figlia così che potesse telefonare a nostre
spese (5000€).
Belfagor- Alfano affiancato da Renato Schifani, nominato
nientemeno che da Totò Riina «Schifani è una mente», e dal peggior ministro del
lavoro della storia repubblicana, Maurizio Sacconi, colui che ha spalancato le
porte, e una parte del corpo degli operai della Fiat, a Marchionne con i
risultati che tutti possiamo vedere.
Zanda, capogruppo del PD in Senato, con il fido Speranza, capogruppo alla Camera,
noti voltagabbana e traditori dell’elettorato, sono stati eletti per essere
alternativi al Centro Destra e ci governano insieme, anzi oramai è difficile
distinguerne le posizioni, accompagnati dall’osservatore misterioso del
Segretario di cui anche sui giornali non appare il nome, che dopo aver preso in
giro gli Italiani per ben venti anni si presentano con una promessa di supporto
totale a Matteo Renzi e alla sua proposta di programma che si sta delineando.
Queste le principali delegazioni che si sono presentate
davanti a Re Giorgio, la Lega e il M5S si sono rifiutati di prendervi parte, i
primi con chiari scopi elettorali ed i secondi in linea con la loro politica e
la richiesta di messa in stato di accusa del Presidente e visto l’esito scontato di questa manfrina che
nulla ha a che fare con la formazione di un Governo.Victor Hugo, nel suo romanzo Notre Dame de Paris ha attinto le sue fonti nella descrizione della Corte dei Miracoli da un libretto popolare burlesco, Jargon o Linguaggio dell'Argot riformato, scritto verso il 1630 da un certo Ollivier Chereau, di Tours. Secondo le buffonesche descrizioni di questo autore i mendicanti membri dell'Argot (una corporazione di pezzenti) gerarchizzati e perfettamente organizzati, avevano leggi, un loro linguaggio e eleggevano un loro re chiamato «Coësre» o «re di Tunisi».
Questo sovrano dei pezzenti comandava su tutti i mendicanti di Francia che in ogni provincia obbedivano ai «cagous» cioè ai luogotenenti del re; erano loro che istruivano i mendicanti principianti nel mestiere. Al di sotto di questi nella gerarchia venivano gli «archissupots» che rappresentavano i saggi del regno. Erano per lo più anziani studenti che insegnavano l'argot ai mendicanti esordienti e godevano del privilegio di non pagare alcuna tassa al Coësre.
Scusatemi se insisto, ma come chiamereste un covo di
condannati, indagati, nominati, traditori, venduti, al cospetto di un Re eletto
da loro stessi se non Corte dei Miracoli.
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