Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

sabato 2 novembre 2013

Debole con i forti. Lo Stato dimostra la sua parzialità

Se anche si potesse essere d’accordo con il gesto umanitario di evitare la morte per anoressia di un carcerato che rifiuta il cibo e non riesce ad accettare la sua condizione di prigioniero, destinandolo agli arresti domiciliari, non ci sarebbe da pensare un sol momento a condannare chi, avvalendosi della sua posizione di potere, un ministro della Repubblica, interviene per favorire la scarcerazione, non di un poveraccio finito nelle maglie della giustizia ma di un altro potente, di un conoscente, di un amico o ancor peggio di qualcuno per il quale si ha interesse proprio.

Io non so cosa ha spinto il Ministro della Giustizia Cancellieri ad intervenire in favore di Giulia Ligresti  che nello scorso mese di Luglio è finita in carcere insieme alla sorella Jonella ed al padre Salvatore per le vicende legate alla bancarotta Fonsai e che nel carcere di Vercelli rifiutava il cibo rischiando l’anoressia, quello che è certo è che lo stesso tipo di interesse non si sarebbe palesato nei confronti di altri carcerati, e ce ne sono veramente tanti, nelle stese condizioni. Anzi, prima ancora che la detenuta Giulia Ligresti arrivasse a rischiare la grave patologia, non appena i Ligresti furono incarcerati, il Ministro si rendeva disponibile ad intervenire….
Sono diversi i casi che si sono ripetuti negli ultimi anni nei quali un rappresentante del popolo italiano si è reso responsabile di azioni in favore di potenti o ricchi signori. Mentre manca notizia di un qualsiasi intervento fatto a favore di una persona senza le stesse caratteristiche. Non è certamente un caso che il nostro paese si ritrovi tra gli ultimi se non ultimo assoluto in Europa e tra i paesi cosiddetti occidentali relativamente all’istruzione e alla giustizia, mentre lo possiamo trovare tra i primi posti al mondo relativamente alla corruzione e al malaffare. Purtroppo negli anni questi comportamenti di subordinazione nei confronti dei potenti o presunti tali è diventato cultura prevalente: qualcuno si indigna, pochi si vergognano, nessuno si dimette.

Con tutte le magagne che il nostro paese deve affrontare, non c’è giorno che ci si trovi ad avere a che fare con questi privilegi verso i forti, con queste ingiustizie nei confronti dei deboli.
Dopo il tema della decadenza di Berlusconi, che tiene banco oramai da mesi, l’intervento della Cancellieri ravviva la tradizione scandalistica da portare alla ribalta nazionale e,  in un paese che si rifiuta di diventare normale,  diventano l’argomento principale del dibattito politico. Nel paese dove tanti si tolgono la vita per la perdita del lavoro o per il fallimento della propria azienda, la politica è impegnata a salvare i suoi rappresentanti.

Uno Stato che chiede sacrifici ai più deboli e che garantisce privilegi e impunità ai più forti è uno Stato ingiusto e prima o poi destinato a perdere la sua autorevolezza, quando il rispetto delle leggi è un dovere  valido solo per una parte della popolazione, quando ci sono vite di serie A e vite di serie B uno Stato non ha più scopo di esistere ed è destinato a perire.  

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