Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

giovedì 21 novembre 2013

Il tradimento al popolo del PD

Come se ce ne fosse stato bisogno, un’altra tegola è finita sul capo degli elettori, simpatizzanti e soprattutto militanti del PD, ma forse è il caso di chiamarlo come fa Grillo, «PD meno L ».
Perché dovrebbe oramai essere chiaro a tutti, anche ai più incalliti sostenitori dell’ex partito dei lavoratori, dell’ex partito della classe operaia, dell’ex partito dei più deboli, che questa accozzaglia di bugiardi patentati, traditori incalliti, non li rappresenta e non li rappresenterà più. Altro che un partito di sinistra questo è diventato un partito di personaggi  sinistri, i Renzi, i Cuperlo, i Civati, i Pittella, i Bersani, i D’Alema, i Fioroni, i Letta, i De Luca, cosa aspettarci da loro? Bugie e Tradimenti!
Eppure i segnali sono stati tanti in questi venti anni , dalle parole di Violante del 28 febbraio 2002, alla Camera dei Deputati, circa l’accordo sottobanco di non toccare le televisioni di Berlusconi, «…… chieda a Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo, che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta. …………nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni...», alle ultime affermazioni dei quattro candidati alla segreteria del PD sulla sfiducia al Ministro Cancellieri; ecco  Renzi,  «Sono per le dimissioni di Cancellieri, indipendentemente dall’avviso di garanzia o meno……..non è possibile avere un ministro della giustizia che chiama la famiglia di tre arrestati e un latitante dicendo che non è giusto ciò che sta accadendo», ed ecco Civati, «Il Pd dice di non poter sfiduciare la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi». In mezzo, senza soffermarci su tutti i casi nei quali il PD ha votato compatto con il PDL durante i Governi Berlusconi, ricordiamo il recente appoggio al Governo Monti, in coalizione con «l’odiato» Berlusconi, con i provvedimenti lacrime e sangue che hanno colpito Pensionati, Esodati, Lavoratori e povera gente, senza toccare i poteri forti, altro che equità; quindi la campagna elettorale nella quale lo «smacchiatore di giaguari» strepitava contro Berlusconi, la legge elettorale, si sperticava nell’affermare la priorità del lavoro per poi, dopo la incoronazione di RE Giorgio, fingere di cercare un accordo con il M5S senza volerlo assolutamente trovare. Appunto l’elezione del Presidente della Repubblica,  il tradimento perfetto nei confronti di Prodi e, direi soprattutto, degli elettori del PD che avrebbero voluto Rodotà e si ritrovano con Napolitano, voluto fortemente da Berlusconi, e con il «Governo delle larghe intese», una vergognosa accozzaglia di indagati e condannati con il compito di distruggere quel poco di dignità che ancora c’è nel nostro paese.   Il caso Cancellieri insegna.
Il popolo del PD sopporta, vota il candidato segretario, spera in un cambiamento e non si accorge che il cambiamento c’è già stato: quello che hanno votato non è più il loro partito, non lotta per lavoratori, disoccupati, donne, giovani, studenti, è diventato parte del partito unico degli affari, quelli fatti sottobanco, fingendo e tradendo milioni di persone giuste. Uccidendo la speranza.
Ricordatevelo, elettori del PD!        

mercoledì 20 novembre 2013

Il diritto piegato al potere.


Che il nostro paese sia governato da persone non scelte dai cittadini è cosa nota, che la coalizione al governo sia il frutto di un’alchimia maligna che vede insieme quello che l’esito delle elezioni avrebbe voluto ben diviso è sotto gli occhi tutti, che il governo delle larghe intese sia un’appendice diretta del Quirinale non serve nemmeno dirlo, ma che ancora una volta, di fronte ad un atto gravissimo di interferenza di un potente, il Ministro della Giustizia, per salvarne un altro, Giulia Ligresti, figlia del più noto Salvatore, incarcerata perché accusata insieme ai suoi familiari di falso aggravato di bilancio e di manipolazione di mercato, si faccia credere che la sfiducia del titolare della Giustizia avrebbe come conseguenza  le sorti del governo, ci sembra francamente troppo.
Sto ovviamente riferendomi  a quanto successo ieri, quando il Primo Ministro ha implorato i propri compagni di partito a non votare a favore della mozione  di sfiducia presentata dal M5S verso il Ministro Cancellieri , alla quale tutti i candidati alla segreteria del PD avevano convenuto bisognasse aderire.
Ma non si doveva arrivare alla sfiducia, il Ministro doveva dare le dimissioni! Altro che atto umanitario, il suo è stato un vero e proprio gesto di ossequio nei confronti di una famiglia potente alla quale evidentemente doveva qualcosa. Ha usato il suo potere tentando di interferire con il corso della giustizia.
Questo doveva bastare!  Ma niente, dietro la regia di Re Giorgio e secondo il volere ossequioso di Enrico Letta, bisogna resistere, non tenendo conto, altro che garante della Costituzione,  che  l’articolo 95 della Carta Costituzionale prevede che un Ministro risponda personalmente dei suoi comportamenti, conseguentemente una responsabilità personale rende possibile la sfiducia individuale, senza dimenticare che in molte occasioni in passato questo tipo di soluzione è stata adottata, anzi addirittura si è caldamente consigliato al Ministro «indecente» di farsi da parte. Così avviene in tutto il mondo occidentale;  e per questioni  meno gravi.
Come si potrà ancora chiedere agli italiani di credere  nella giustizia dello Stato? Come si potrà affermare  che la legge è uguale per tutti quando il diritto viene disatteso e la legge continuamente calpestata da questi, per dirla con Sciascia, ominicchi «che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... » (da Il giorno della civetta)   pieni di se, zerbini dei potenti servitori della casta.
La gente comune che vive una vita comune, che lavora o cerca lavoro, che studia o che si dovrebbe godere il meritato riposo, non capisce. Non può capire
Se domani, di fronte ad un’autorità di giustizia, perché preso ad evadere le tasse, a rubare, ad andare con una minorenne, a corrompere, insomma ad infrangere una legge, un cittadino dicesse: «questo è quello che fanno tutti!», a quale titolo questa giustizia potrebbe far valere la sua autorità?





sabato 16 novembre 2013

Un discorso per ignoranti

Stamattina,  ho acceso la TV per vedere il Consiglio Nazionale del PDL durante il quale Berlusconi, unico oratore di questo consesso, annunciava la ri-nascita di Forza Italia e la messa in naftalina del Popolo delle Libertà.

Il leader del partito ha iniziato il suo monologo sancendo la divisione interna, consumatasi nella serata di ieri, dalla quale è nata una formazione composta dai dissidenti del PDL filogovernativi che si chiamerà «Nuovo Centro Destra». Naturalmente Berlusconi ha parlato di ciò con sofferenza, come di un epilogo che fino all’ultimo lui ha cercato di evitare ma che si è comunque verificato, non per divergenze politiche, si badi bene, ma per questioni personali!  Si è riservato comunque, il magnanimo Silvio, di riabbracciare i reietti quando la competizione elettorale si farà più vicina e le componenti divise del cosiddetto centro destra dovranno necessariamente confluire nel PDL c he ne resterà la casa comune.
Dopo questo pallido tentativo di far apparire un piccolo screzio tra singoli individui la profonda spaccatura che si è venuta a creare tra l’ala destra del partito e la componente filo governativa (in più occasioni sono volati gli stracci nelle varie riunioni a casa del leader), Berlusconi ha cominciato a parlare del nostro paese dei suoi problemi e della incapacità della classe politica, di questa classe politica, di fronteggiare in maniera vincente la situazione di grave crisi. Di come grazie a lui ed ai suoi ministri si sia obbligato il governo ad abolire l’IMU sulla prima casa, di come grazie a lui e ai suoi ministri Equitalia sia diventata un amico del contribuente.
Non volevo credere a me stesso. Con chi pensa di parlare questo signore? A chi pensa di darla a bere? L’uomo che ha governato di più negli ultimi vent’anni , colui che era a capo del Governo quando il ministro Tremonti introduceva l’Imposta Municipale Unica (IMU appunto) e che ha costituito Equitalia, «Con la costituzione di Riscossione S.p.A., che nel 2007 ha preso come nome Equitalia S.p.A., il servizio della riscossione dei tributi è tornato in mano pubblica. La riforma della riscossione è avvenuta con l'entrata in vigore dell'art. 3 del D.L. 30 settembre 2005, n. 203 deliberato dal Governo Berlusconi III, convertito con modificazioni nella L. 2 dicembre 2005, n. 248.» da Wikipedia.

Ma certo Berlusconi non è un ingenuo, prima di dire certe cose conosce benissimo il target a cui si riferisce e sa altrettanto bene che in questi vent’anni l’Italia ha scalato, purtroppo in negativo, le posizioni mondiali: siamo l’ultimo paese in Europa per istruzione, gli italiani brillano come quelli che leggono meno libri e giornali, siamo al 76° posto per libertà di stampa, perché l’editoria è nelle mani di pochi che hanno interessi anche in tanti altri settori….
Insomma Berlusconi sa bene chi sono gli italiani e che molti, quelli a cui si rivolge, non vanno tanto per il sottile a verificare se ciò che dice corrisponde al vero e forse non hanno nemmeno la capacità di farlo.

martedì 5 novembre 2013

La bandiera della Pace contro l’ipocrisia

Il 4 novembre è stata l'unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell'Italia liberale, fascista e repubblicana. E’ diventata la festa delle forze armate ma in origine era il festeggiamento per la ricorrenza della fine della prima guerra mondiale il 4 Novembre 1918.
Ieri Renato Accorinti, eletto Sindaco di Messina nel Giugno scorso con una propria lista civica, durante la manifestazione per la Festa delle Forze Armate ha preso la parola dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti. Il Sindaco ha ricordato che «la Costituzione  recita che l’Italia ripudia la guerra e invece continuiamo a finanziare la corsa agli armamenti. Oltre 20 miliardi in tre anni mentre sottraiamo risorse per le spese sociali, beni culturali e sicurezza. Io stesso ogni giorno ho dietro la porta tanta gente che vive sotto la soglia di povertà e non posso dare risposte per mancanza di soldi. Questa amministrazione dice sì al disarmo e dichiara no a tutte le guerre mentre la Sicilia rischia di diventare una portaerei del Mediterraneo».
Alla fine del suo discorso Accorinti ha dispiegato la bandiera della Pace e a quel punto il Comandante dell’arma dei Carabinieri ha lasciato la cerimonia seguito dal suo vice tra il trambusto generale che a quel punto si è generato.
Io credo fermamente che il Sindaco abbia detto cose condivisibili e lo abbia fatto in una delle poche situazioni in cui le sue parole ed il suo pensiero sarebbero state diffuse a livello nazionale.  
Quanta ipocrisia nel dire che «andiamo in Afganistan in missione di pace, andiamo in Kossovo in missione di pace, diamo supporto agli alleati nell’attacco alla Libia di Gheddafi per salvare i civili oppressi dal regime», poi di fronte al fatto che qualcuno ci ricorda cosa dice la nostra costituzione abbiamo certe reazioni, come quella del ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione Gianpiero D'Alia : «Il sindaco Accorinti dovrebbe scusarsi pubblicamente con la cittadinanza messinese per una provocazione demenziale e inopportuna, che offende le Forze Armate e la memoria di quanti, anche nostri concittadini, sono morti per la pace in Italia e nelle missioni internazionali».
Ma se siamo per la pace perché non fermiamo la corsa agli armamenti, perché spendiamo miliardi di euro in commesse militari?
Ma è superfluo porsi delle domande per le quali conosciamo la risposta: la pace è democratica e costa poco, ne godono i cittadini; la guerra è decisa da pochi, è onerosa, ne soffrono i popoli e ne godono i potenti.  

sabato 2 novembre 2013

Debole con i forti. Lo Stato dimostra la sua parzialità

Se anche si potesse essere d’accordo con il gesto umanitario di evitare la morte per anoressia di un carcerato che rifiuta il cibo e non riesce ad accettare la sua condizione di prigioniero, destinandolo agli arresti domiciliari, non ci sarebbe da pensare un sol momento a condannare chi, avvalendosi della sua posizione di potere, un ministro della Repubblica, interviene per favorire la scarcerazione, non di un poveraccio finito nelle maglie della giustizia ma di un altro potente, di un conoscente, di un amico o ancor peggio di qualcuno per il quale si ha interesse proprio.

Io non so cosa ha spinto il Ministro della Giustizia Cancellieri ad intervenire in favore di Giulia Ligresti  che nello scorso mese di Luglio è finita in carcere insieme alla sorella Jonella ed al padre Salvatore per le vicende legate alla bancarotta Fonsai e che nel carcere di Vercelli rifiutava il cibo rischiando l’anoressia, quello che è certo è che lo stesso tipo di interesse non si sarebbe palesato nei confronti di altri carcerati, e ce ne sono veramente tanti, nelle stese condizioni. Anzi, prima ancora che la detenuta Giulia Ligresti arrivasse a rischiare la grave patologia, non appena i Ligresti furono incarcerati, il Ministro si rendeva disponibile ad intervenire….
Sono diversi i casi che si sono ripetuti negli ultimi anni nei quali un rappresentante del popolo italiano si è reso responsabile di azioni in favore di potenti o ricchi signori. Mentre manca notizia di un qualsiasi intervento fatto a favore di una persona senza le stesse caratteristiche. Non è certamente un caso che il nostro paese si ritrovi tra gli ultimi se non ultimo assoluto in Europa e tra i paesi cosiddetti occidentali relativamente all’istruzione e alla giustizia, mentre lo possiamo trovare tra i primi posti al mondo relativamente alla corruzione e al malaffare. Purtroppo negli anni questi comportamenti di subordinazione nei confronti dei potenti o presunti tali è diventato cultura prevalente: qualcuno si indigna, pochi si vergognano, nessuno si dimette.

Con tutte le magagne che il nostro paese deve affrontare, non c’è giorno che ci si trovi ad avere a che fare con questi privilegi verso i forti, con queste ingiustizie nei confronti dei deboli.
Dopo il tema della decadenza di Berlusconi, che tiene banco oramai da mesi, l’intervento della Cancellieri ravviva la tradizione scandalistica da portare alla ribalta nazionale e,  in un paese che si rifiuta di diventare normale,  diventano l’argomento principale del dibattito politico. Nel paese dove tanti si tolgono la vita per la perdita del lavoro o per il fallimento della propria azienda, la politica è impegnata a salvare i suoi rappresentanti.

Uno Stato che chiede sacrifici ai più deboli e che garantisce privilegi e impunità ai più forti è uno Stato ingiusto e prima o poi destinato a perdere la sua autorevolezza, quando il rispetto delle leggi è un dovere  valido solo per una parte della popolazione, quando ci sono vite di serie A e vite di serie B uno Stato non ha più scopo di esistere ed è destinato a perire.