Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

martedì 18 giugno 2013

Caro Beppe, sono con te ma…

Quando alcuni anni fa hai cominciato la tua battaglia, dai palchi dei teatri e dei palazzetti dello sport, in molti hanno osservato prima con scetticismo, poi con sempre maggiore convinzione che ciò che denunciavi, truffe, fallimenti , scatole cinesi, delle maggiori aziende italiane e dei loro padroni/manager, era degno di essere preso in seria considerazione. Anche tu hai maturato nel tempo e con te parte della cittadinanza italiana, che era necessario fare qualcosa di più, che più ci si informa seriamente più ci si accorge che il sistema è corrotto e come tale tende a corrompere e mantenere se stesso, attraverso un intreccio tra affari  e politica mostruoso. La compromissione dei politici, i conflitti di interessi, i manager pubblici eletti per spartizione e non per competenza specifica, le iniziative dei vari governi prese per  favorire questo o quell’interesse, questa o quella lobby. I soldi pubblici usati per arricchirsi e per mantenere posizioni dominanti, il tradimento della volontà popolare che ha visto sostituire il finanziamento pubblico, bocciato con il referendum, con il più lucroso rimborso elettorale, l’aumento costante della spesa pubblica dovuto a nuovi assunti, nuovi consulenti, nuove commissioni,  nuovi enti  la maggior parte dei quali «inutili». La finta e manifestata diversità e conflittualità dei partiti di fronte alle telecamere e nei comizi, diventa unione e concordia nelle sedi private, dove vengono prese le decisioni che contano esautorando il parlamento.
Il primo successo è stato quando hai costretto, in prossimità della tornata elettorale per le politiche, il PD a modificare i suoi programmi, a non presentare i condannati o gli indagati per reati contro la p.a.,  a cambiare il metodo di scelta dei candidati da mettere in lista, che come noto il «porcellum» vuole scelti dai partiti e quindi dai leader, e per la prima volta indire delle primarie anche per scegliere i nuovi rappresentanti da eleggere, così come l’intenzione di fare qualche cosa sul reddito di cittadinanza,  sulla riduzione del compenso dei parlamentari, sui costi della politica, sui beni comuni e così via.
Le elezioni di Febbraio ti hanno dato ragione,  con un successo elettorale sopra qualsiasi aspettativa che ha aperto di nuova speranza tutti coloro, 9 milioni di persone, che hanno scelto il cambiamento: un nuovo percorso, la giustizia uguale per tutti, la trasparenza, il buon governo dei cittadini al posto della Casta! E’ sembrato potersi realizzare un sogno, dopo tanti anni di mal governo, di istituzioni inquinate,  di tradimento dei cittadini, un battaglione di nuovi eletti con tante buone intenzioni e ottime idee si sono presentati sul campo per iniziare un nuovo corso «un apriscatole destinato ad aprire il parlamento come una scatola di tonno». Poi è arrivata la pessima gestione da parte del Movimento, ma in principal modo tua, del tentativo di formare il governo  di Bersani, con una incapacità di cogliere il momento per portare a casa due risultati: obbligare il PD a fare suoi alcuni fondamentali punti programmatici del 5S e spostare a sinistra la linea del partito, obbligando i D’Alema, i Violante, i Veltroni, i Renzi a farsi da parte sulla cresta di una nuova onda che anche nel PD stava montando.  Ma ahimè questa possibilità è tramontata e così tanti cittadini fiduciosi hanno subito la prima disillusione.  L’elezione del Capo dello Stato è stato un segnale forte, la cittadinanza avrebbe voluto un cambiamento anche qui, Rodotà sarebbe stato il candidato dei cittadini non quello dei politici. Ma anche questa volta la tua l’incapacità strategica, cercare di trovare i numeri urlando nelle piazze e non all’interno del palazzo, hanno portato ad un disastro completo. Napolitano sul Colle, la sinistra del PD silenziata, il Governo del prestanome Letta insediato. Spartizione delle cariche ministeriali, delle commissioni e inciucio su tutto, con buona pace del programma del Movimento.
Dici di essere il megafono del movimento ma ti comporti come un vero e proprio padrone, ti hanno votato in 9 milioni ma tieni in considerazione solo i 40 mila iscritti, ti rivolgi alla rete, ma solo per farla votare sui referendum stile Marchionne, «o ci stai o sei fuori» , ti ricordi quando dicevi che uno vale uno? Ma anche tu vali uno?    Io sono con te, sono con il movimento ed i suoi programmi ma tu sei, volente o nolente, il leader del M5S e come tale devi assumerti le responsabilità del caso: scendere dal piedistallo, sporcarti le mani, riunirti con i tuoi parlamentari, prendere decisioni sulla linea da seguire accettando critiche e fuoriuscite, ammettendo errori,  lavorando per correggerli. Siamo stanchi dell’uomo solo al comando, abbiamo bisogno di cambiare condividendo, di partecipare a dibattiti e decisioni e non ad epurazioni. Le regole sono regole e vanno rispettate, ma in questo momento è più importante riprendere il timone e tenerlo fermo in direzione cambiamento, per non perdere il terreno guadagnato ma anzi recuperando i consensi da chi si sente tagliato fuori  e che ha bisogno di qualcuno che indichi la strada e che operi per realizzarla.

domenica 16 giugno 2013

Il Governo del fare.....niente.

La profusione di annunci da cui quotidianamente veniamo investiti ci potrebbe far pensare a un a frenetica attività del Governo: «ci occuperemo subito del lavoro, soprattutto per i giovani»,  «saranno applicati sgravi fiscali alle aziende che assumono», «i contratti di lavoro da tempo determinato passeranno  a tempo indeterminato senza soluzione di continuità», «ius soli per i figli di cittadini stranieri nati in Italia», «riformeremo la legge elettorale», e così via. Ma che fortuna, finalmente il governo del fare all’opera.
Ma poi i telegiornali ci mostrano l’aula di Montecitorio o quella di Palazzo Madama e le vediamo desolatamente vuote, con i soli parlamentari del M5S presenti con le loro proposte di legge che vengono sistematicamente bocciate. Le proposte del Governo invece non si sentono. L’unica avanzata è quella per mandare ai domiciliari tutti coloro che hanno commesso reati e che sono stati condannati fino a 6 anni di carcere, con l’intenzione di sgravare gli istituti di pena dell’enorme problema del sovraffollamento delle carceri, ma di contro lasciando a piede libero migliaia di condannati in giro per il paese.
Il Paese va  a rotoli e si continua con lo stesso sistema pochi che decidono e discutono l’agenda, in sedi differenti da quelle istituzionali, esautorando il parlamento da quella fondamentale sua prerogativa che è quella di legiferare. Certo, il «porcellum» è la peggiore legge elettorale possibile, ha fatto in modo che coloro che siedono in parlamento siano dei soldatini nominati dal leader che si guardano bene dal fare o proporre qualcosa in autonomia. In questa legislatura solo per un terzo i parlamentari non sono stati scelti dagli apparati di partito secondo logiche spartitorie interne, ovvero  gli eletti del M5S,  ma da soli, con problemi interni dovuti ad una leadership invadente e in qualche modo bloccante, non riescono ad incidere quanto dovrebbero e potrebbero.
Insomma le proposte governative paiono essere  solo spot pubblicitari tendenti a ingannare i cittadini e tirare avanti sino a quando il vero dominus deciderà che è ora di fermarsi, ma prima bisogna mettere mano alla riforma della Costituzione in ottica di un presidenzialismo tanto caro a Berlusconi che già si vede leader maximo del paese.
Intanto si perdono posti di lavoro, le aziende chiudono, il PIL decresce, aumentano i poveri, diminuiscono le entrate dello stato incapace di diminuire i propri costi, costretto quindi dalle sue inefficienze ad accanirsi sui pochi che pagano le imposte, ampliando il disagio e la crisi.
Non c’è un disegno complessivo su come dovrà essere il paese nei prossimi dieci, vent’anni; nessun piano industriale, energetico, culturale, ambientale, sanitario. Solo tagli indiscriminati che penalizzano le fasce meno abbienti della popolazione che oramai non riescono più nemmeno a curarsi, è di questi giorni la notizia che Emergency ha deciso di ampliare la propria offerta di servizi sanitari gratuiti in Italia.
Da qualsiasi punto di vista si guardi è evidente che l’azione del Governo non porterà ad un miglioramento della situazione Italiana, un esecutivo nato dall’emergenza, con lo scopo di non cambiare niente, ed in questo ci sta riuscendo benissimo.

domenica 9 giugno 2013

Golpe: situazione italiana?

In un post sul Blog di Beppe Grillo, il professor Becchi ha parlato della situazione italiana come di un colpo di stato permanente, avviatosi con la  costituzione del Governo Monti e continuato in barba ai milioni di elettori che chiedevano il cambiamento e che invece sono stati serviti col Governo Letta-Alfano. Voluto dal bis Presidente Napolitano e da quei poteri occulti, da sempre presenti nel nostro paese, annidati in ogni dove  nei posti che contano, ben rappresentati da quei faccendieri che spesso si accompagnano ai nostri politici, per non parlare poi della criminalità organizzata sempre più determinante nelle scelte istituzionali,  come la trattativa Stato-mafia ci racconta.
Ancora una volta le parole scritte sul Blog di Grillo hanno scatenato indignazione da parte delle varie cariche istituzionali dai partiti e da quasi tutti i media con critiche più o meno violente , ma in cosa consiste un Colpo di Sato?  Secondo Wikipedia  «consiste in un atto violento, o comunque illegale, posto in essere da un potere dello Stato e diretto a provocare un cambiamento di regime. Tipicamente, un colpo di Stato usa il potere del governo esistente per assumere il controllo politico del paese».
Secondo Edward Luttwac, consulente all'Ufficio del Ministero della difesa, il National Security Council ed al Dipartimento di Stato americano, «Un colpo di Stato consiste nell'infiltrazione di un piccolo, ma fondamentale, segmento dell'apparato statale, che viene poi utilizzato per spostare il governo dal suo controllo»
E sempre secondo Wikipedia, «In alcuni casi il colpo di Stato non comporta l'uso della violenza. Anche la nomina o la sostituzione di un governo può essere realizzata in violazione delle norme costituzionali o delle consuetudini di un paese, producendo gli stessi effetti del colpo di Stato».
Alla luce di queste definizioni non può non saltare all’occhio dell’osservatore attento che quello in atto nel nostro paese è un vero e proprio tentativo di sovvertire dall’interno il regime democratico sancito dalla nostra Costituzione.
La scelta da parte di Napolitano di incaricare Monti di formare un Governo Tecnico  con la strana maggioranza ABC,  Alfano, Bersani, Casini, che vedeva allo stesso tavolo PD,PDL e UDC, a sostenerlo nelle scelte che hanno determinato la più grande depressione dell’Italia dal dopoguerra, senza toccare i poteri forti della finanza e della politica; l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia arrivata alle sue conclusioni con la richiesta di chiarezza sulle intercettazioni Mancino-Quirinale, che ha visto la reazione del Presidente della Repubblica che ha portato al rogo delle trascrizioni dei colloqui che avrebbero potuto chiarire molto di queste trattative e del livello di compromissione dello Stato; la decisione di Napolitano di non dare un pieno mandato a Bersani per la formazione del governo, la costituzione di due commissioni di saggi per prendere tempo e portare avanti le personalissime idee presidenziali, per arrivare alla propria obbligata rielezione, in barba a Costituzione e consuetudini e infine al mandato di Governo a Letta, obbediente agli ordini nella formazione della squadra e nella spartizione dei poteri.Come definire quindi, quanto accaduto in questi venti mesi se non un vero e proprio colpo di stato, come credere che non sia frutto di un disegno predeterminato e portato avanti da personaggi in ombra e mascherato dalla più alta carica istituzionale,  chi si cela dietro questo Presidente che con il Governo dell’inciucio impedisce ad un chiaro risultato elettorale di prendere forma?  
Io lo chiamo Golpe. E voi?

domenica 2 giugno 2013

La politica degli annunci e il paese che muore.

Anche dalla Banca d’Italia arrivano bacchettate alla politica, alle banche ed al mondo imprenditoriale in genere, e non è la prima volta.
Vediamo allora cosa ha detto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante l’annuale appuntamento sull’andamento dell’economia italiana.
Ha detto che dall’inizio della crisi, 2007, l’Italia ha perso il 7 per cento del prodotto interno lordo, il 9 per cento del reddito disponibile per le famiglie e oltre un quarto della produzione industriale. Che nel 2012 abbiamo perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, che la disoccupazione giovanile è al 40 per cento. E che la gravità della situazione «rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale».
Ha detto anche che l’Italia va peggio degli altri Paesi perché sconta 25 anni di ritardi. «Non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi venticinque anni», Visco ce l’ha con la classe dirigente, non con gli italiani in genere. E precisa subito che le imprese avrebbero dovuto trasformarsi e investire, e invece «troppo poche hanno accettato fino in fondo questa sfida; a volte si   preferisce, illusoriamente, invocare come soluzione il sostegno pubblico».
Le banche chiudono i rubinetti e accentuano la crisi, la crisi fa diminuire la richiesta di prestiti: «Una spirale negativa che bisogna spezzare». Anche la politica è bocciata, Visco fa riferimento alle non riforme di Silvio Berlusconi, ma anche alla scarsa produzione di norme, a fronte degli annunci, di Mario Monti. Il governo Letta neppure lo nomina, dando l’idea di non considerare che sia aperta una primavera delle riforme.
E anch’io mi chiedo quali riforme aspettarci da questo Governo del Presidente e da questi politici, eletti grazie al porcellum, incapaci di fare quel cambiamento di cui tutti sappiamo esserci bisogno?
Riduzioni dei costi della politica sempre annunciate pomposamente, si rivelano alla luce dei fatti inconsistenti, annunci fatti per imbonire i cittadini: la cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti trasformata in una colossale presa in giro  degli elettori ed in un tentativo di estromettere dal parlamento gli unici che al finanziamento hanno rinunciato davvero, il M5S.
La lotta all’evasione credo non abbia bisogno di essere commentata ulteriormente, da tempo immemore è uno degli argomenti elettorali preferiti dalle forze politiche, ma alla luce dei fatti le cose restano sempre uguali, cioè pagano sempre gli stessi; è triste dover osservare ancora oggi dopo tutte queste promesse d’impegno che se un lavoratore dipendente dichiara mediamente 20.700€ annui, altre categorie continuano indisturbate a poter dichiarare quanto vogliono godendo di una sorta di immunità, come dimostrato dalla tabella relativa alle dichiarazioni medie di una serie di categorie. Ricordiamoci che in Italia il 93% delle entrate fiscali deriva dal lavoro dipendente e dalle pensioni, solo il 7% dagli altri!
Che dire poi delle imprese che chiedono aiuti allo stato quando sono in difficoltà ma che quando la situazione si fa più rosea, portano i loro profitti all’estero, nei paradisi fiscali e la cui evasione è stimata essere del 50% del totale. A proposito non una parola da parte di Confindustria circa questo fenomeno che vede coinvolta una impresa su due e nemmeno un accenno circa la corruzione che determina, oltre che l’illegalità, uno squilibrio tra chi lavora bene e non paga e chi corrompendo o facendosi corrompere, ottiene le commesse.
Ma la strada di questo esecutivo è tracciata: garantire il proseguimento di una politica dei privilegi attraverso degli annunci di riforme  con un niente di fatto per i cittadini; c’è bisogno di intervenire sul lavoro e si fanno proposte per fermare la magistratura, c’è bisogno di legalità e si parla di presidenzialismo, c’è la necessità di ridurre i costi oramai insopportabili della politica e si parla rifinanziare i partiti con meccanismi truffaldini.