Quando alcuni anni fa hai cominciato la tua battaglia, dai palchi dei teatri e dei palazzetti dello sport, in molti hanno osservato prima con scetticismo, poi con sempre maggiore convinzione che ciò che denunciavi, truffe, fallimenti , scatole cinesi, delle maggiori aziende italiane e dei loro padroni/manager, era degno di essere preso in seria considerazione. Anche tu hai maturato nel tempo e con te parte della cittadinanza italiana, che era necessario fare qualcosa di più, che più ci si informa seriamente più ci si accorge che il sistema è corrotto e come tale tende a corrompere e mantenere se stesso, attraverso un intreccio tra affari e politica mostruoso. La compromissione dei politici, i conflitti di interessi, i manager pubblici eletti per spartizione e non per competenza specifica, le iniziative dei vari governi prese per favorire questo o quell’interesse, questa o quella lobby. I soldi pubblici usati per arricchirsi e per mantenere posizioni dominanti, il tradimento della volontà popolare che ha visto sostituire il finanziamento pubblico, bocciato con il referendum, con il più lucroso rimborso elettorale, l’aumento costante della spesa pubblica dovuto a nuovi assunti, nuovi consulenti, nuove commissioni, nuovi enti la maggior parte dei quali «inutili». La finta e manifestata diversità e conflittualità dei partiti di fronte alle telecamere e nei comizi, diventa unione e concordia nelle sedi private, dove vengono prese le decisioni che contano esautorando il parlamento.
Il primo successo è stato quando hai costretto, in prossimità della tornata elettorale per le politiche, il PD a modificare i suoi programmi, a non presentare i condannati o gli indagati per reati contro la p.a., a cambiare il metodo di scelta dei candidati da mettere in lista, che come noto il «porcellum» vuole scelti dai partiti e quindi dai leader, e per la prima volta indire delle primarie anche per scegliere i nuovi rappresentanti da eleggere, così come l’intenzione di fare qualche cosa sul reddito di cittadinanza, sulla riduzione del compenso dei parlamentari, sui costi della politica, sui beni comuni e così via.
Le elezioni di Febbraio ti hanno dato ragione, con un successo elettorale sopra qualsiasi aspettativa che ha aperto di nuova speranza tutti coloro, 9 milioni di persone, che hanno scelto il cambiamento: un nuovo percorso, la giustizia uguale per tutti, la trasparenza, il buon governo dei cittadini al posto della Casta! E’ sembrato potersi realizzare un sogno, dopo tanti anni di mal governo, di istituzioni inquinate, di tradimento dei cittadini, un battaglione di nuovi eletti con tante buone intenzioni e ottime idee si sono presentati sul campo per iniziare un nuovo corso «un apriscatole destinato ad aprire il parlamento come una scatola di tonno». Poi è arrivata la pessima gestione da parte del Movimento, ma in principal modo tua, del tentativo di formare il governo di Bersani, con una incapacità di cogliere il momento per portare a casa due risultati: obbligare il PD a fare suoi alcuni fondamentali punti programmatici del 5S e spostare a sinistra la linea del partito, obbligando i D’Alema, i Violante, i Veltroni, i Renzi a farsi da parte sulla cresta di una nuova onda che anche nel PD stava montando. Ma ahimè questa possibilità è tramontata e così tanti cittadini fiduciosi hanno subito la prima disillusione. L’elezione del Capo dello Stato è stato un segnale forte, la cittadinanza avrebbe voluto un cambiamento anche qui, Rodotà sarebbe stato il candidato dei cittadini non quello dei politici. Ma anche questa volta la tua l’incapacità strategica, cercare di trovare i numeri urlando nelle piazze e non all’interno del palazzo, hanno portato ad un disastro completo. Napolitano sul Colle, la sinistra del PD silenziata, il Governo del prestanome Letta insediato. Spartizione delle cariche ministeriali, delle commissioni e inciucio su tutto, con buona pace del programma del Movimento.
Dici di essere il megafono del movimento ma ti comporti come un vero e proprio padrone, ti hanno votato in 9 milioni ma tieni in considerazione solo i 40 mila iscritti, ti rivolgi alla rete, ma solo per farla votare sui referendum stile Marchionne, «o ci stai o sei fuori» , ti ricordi quando dicevi che uno vale uno? Ma anche tu vali uno? Io sono con te, sono con il movimento ed i suoi programmi ma tu sei, volente o nolente, il leader del M5S e come tale devi assumerti le responsabilità del caso: scendere dal piedistallo, sporcarti le mani, riunirti con i tuoi parlamentari, prendere decisioni sulla linea da seguire accettando critiche e fuoriuscite, ammettendo errori, lavorando per correggerli. Siamo stanchi dell’uomo solo al comando, abbiamo bisogno di cambiare condividendo, di partecipare a dibattiti e decisioni e non ad epurazioni. Le regole sono regole e vanno rispettate, ma in questo momento è più importante riprendere il timone e tenerlo fermo in direzione cambiamento, per non perdere il terreno guadagnato ma anzi recuperando i consensi da chi si sente tagliato fuori e che ha bisogno di qualcuno che indichi la strada e che operi per realizzarla.