Mi è venuto in mente anche Leonardo Sciascia quando nel suo romanzo “Il giorno della civetta” fece dire a Don Mariano:
<<Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre... >>.
Leggendo le dichiarazioni di Alfano, Cicchitto, Schifani e di tutti coloro che si sono accodati ordinatamente al volere del RE, mi è venuto da dire “come volevasi dimostrare”!
Quest’uomo che per vent’anni , circondandosi di uomini di pezza, è riuscito a distruggere il paese portandolo sull’orlo del baratro, con gli sessi uomini, o forse sarebbe meglio chiamarli ominicchi o addirittura quaquaraquà, si ripresenta confidando nella poca memoria degli italiani e soprattutto della potenza dei suoi mezzi soprattutto quelli mediatici.
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