Proprio lui Roberto Formigoni, l’uomo che siede da 17 anni su quelle che oramai sono le macerie politiche istituzionali della Regione più ricca d’Italia, nella città che una volta era considerata la capitale morale del paese.
Non si è accorto che i suoi amici, i suoi consiglieri regionali, i suoi assessori, i suoi più stretti collaboratori, ricevevano “favori” milionari, rubavano a piene mani, si facevano votare dalla ndrangheta, prendevano mazzette in ogni occasione propizia.
Lui il “Celeste”, dal 1970 è un Memor Domini ma di quanto prescrive l’appartenenza a questo gruppo sembra non esserci traccia. Ma chi sono i Momores Domini?
I Memores Domini sono un' associazione laicale cattolica i cui membri vivono i consigli evangelici di povertà, castità perfetta e obbedienza sotto l'egida del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, avendo come ambito di apostolato il mondo del lavoro. L'associazione viene chiamata dagli aderenti e dai simpatizzanti di Comunione e Liberazione anche Gruppo Adulto; sebbene i suoi membri provengano dal movimento fondato da Mons. Luigi Giussani, quest'ultimo non ha fondato i Memores Domini, ma ha assecondato l'aspirazione di alcuni suoi ex-studenti a vivere secondo i precetti di povertà, castità e obbedienza, nel rispetto dell'imperativo benedettino ora et labora (tratto da wikipedia).
Ecco come, qualche anno fa, Formigoni raccontava la sua scelta:
“Vivevo, come ho già detto più volte, l’esperienza del movimento di Gioventù Studentesca e conoscevo personalmente alcuni che avevano fatto quella che sarebbe stata la mia scelta. Lentamente, quasi inavvertitamente, si fece strada nello scenario del futuro anche questa, tra le altre possibilità. Determinante fu poi il rapporto con un amico più grande, con un sacerdote che mi fece capire che quella scelta di vita potesse essermi chiesta dal Padre Eterno. […] Non si deve pensare che sia stata una cosa tranquilla; non si deve pensare che dentro di me non vi siano state anche ribellioni, che più di una volta non abbia cercato di fuggire. Ma se ripenso alla mia storia, alla mia vita fino adesso, mi accorgo che il Padre Eterno mi ha sempre fatto la grazia di starmi molto vicino”.
E ora alla luce di quanto emerso in questi anni e sta emergendo in questi mesi, chiediamoci se quest’uomo era degno di occupare quella posizione, si dirà che è stato eletto da migliaia di cittadini, ma i cittadini sanno quello che gli si vuole far sapere e non diamo sempre la colpa al popolo se l’opportunità che gli viene data è di scegliere tra Barabba e il Ladrone!
Interroghiamoci se era proprio necessario arrivare a questo sfascio dell’ istituzione Lombardia per dare le dimissioni?
Ma purtroppo dobbiamo ricordarci che in questo paese le dimissioni si danno solo se si è obbligati, dalla legge o da altri interessi che superano quelli per cui si è giunti in una determinata posizione.
Aspettiamo al varco gli altri ladroni o complici dei ladroni che giungeranno numerosi alla ribalta della cronaca, assisteremo alla solita pantomima, “ho fatto il mio dovere”, mi sono comportato responsabilmente”, “l’hanno fatto a mia insaputa”, “la magistratura farà il suo corso”, ho fiducia nel lavoro dei giudici”, “anche gli altri lo fanno..” , vedremo chi per primo invertirà la tendenza a stare attaccato alla sedia nonostante tutto e tutti.
Intanto godiamoci queste dimissioni!
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