Tutto il coraggio da leone annunciato si sta rivelando il
miagolio di un gattino impaurito. Impaurito da poteri più forti e più grandi;
gli F35 non si toccano, l’ha detto Obama e lo ha ribadito Napolitano ben
imbeccato dalle potenti lobbies delle
armi; la ristrutturazione degli edifici scolastici ottiene un decimo di quanto
promesso, giusto per dare un titolo al tema senza poi nessuno svolgimento; i
tagli alla politica ridotti al lumicino, qualche vendita di auto blu
sbandierata su tutti i media, mentre in sordina si approva un bando per l’acquisto di molte
più auto, il tetto agli stipendi dei manager ha numeri talmente limitati da
esserne risibile il risparmio ottenuto.
Niente anticorruzione, niente antievasione, nessuna politica
industriale, nessuna politica energetica, niente che possa dare l’idea di un
vero cambiamento. Anzi si permette ad un condannato per reati gravissimi contro
lo Stato, cioè contro tutti noi, di sedere al fianco del Presidente del
Consiglio per concordare le politiche e le modifiche istituzionali. Guarda caso
proprio in linea con il disegno della Loggia P2 di Licio Gelli.
E’ con queste premesse che ci accingiamo ad andare all’appuntamento
il prossimo 25 maggio con le elezioni europee, senza sapere cosa realmente
vogliono i partiti in chiave europea, sembra infatti che queste elezioni siano
per noi italiani, per le nostre forze politiche, un test pre-elezioni politiche
nazionali.
Ma almeno abbiamo la consapevolezza che votando PD, Forza
Italia, NCD, Scelta Civica, voteremo il partito unico del malaffare riunito
sotto l’egida di Re Giorgio, il partito che per tanti anni, mascherandosi
dietro false opposizioni, ha governato il nostro paese portandoci ad un
dissesto quale mai si era visto prima.
Le uniche forze che escono dal coro sono la Lega Nord (no
euro) e il M5S. I primi cogliendo una pulsione anti europeista presente nel paese, cavalcando la fobia verso gli immigrati e le
mire secessioniste di parte della popolazione si appresta, sembra un
controsenso, a partecipare alle elezioni europee contro l’Europa. Dopo aver
partecipato e banchettato con il PDL per tanti anni, appoggiando le politiche
che ci hanno ridotto a questo punto, sembra vogliano cambiare. Sono tornati,
almeno a parole mentre governano insieme a FI e NCD nelle principali regioni
italiane, un partito di lotta. Ma si può andare contro il tempo? Si può
rischiare di perdere il Bengodi di regioni come Lombardia ,Veneto e Piemonte?
La campagna elettorale è una cosa e la realtà politica un’altra.
Anche se attaccato da tutti i fronti, questo mi pare ovvio
visto che si schiera apertamente contro i poteri forti e occulti, il M5S appare
l’unica forza politica realmente in grado di portare cambiamenti importanti; ha
una politica energetica dichiarata basata sulle rinnovabili, una politica
sociale forte con il reddito di cittadinanza, una politica del bene comune
chiara con scuola, sanità e acqua pubbliche, una politica del territorio basata
sul consumo zero e una politica europea che ha al centro la ridiscussione dei
trattati in chiave sociale, contro le politiche che hanno privilegiato i paesi
forti economicamente a scapito di quelli meno attrezzati che hanno pagato e
pagano pesantemente la crisi addossandola
alle fasce più deboli della popolazione. Un movimento, il M5S che unico nel panorama
nazionale e forse europeo, rinuncia ad un finanziamento di 42 milioni di euro,
restituendolo allo Stato, che ogni mese tramite l’autoriduzione dei compensi
dei propri parlamentari versa per le piccole imprese 2,5 milioni di euro, forse
è l’unico che fa seguire i fatti alle indicazioni.
Le elezioni europee hanno significato se si vota pensando ad
un cambiamento delle regole che rimettano al centro dell’attenzione le persone,
l’ambiente, la sostenibilità, che rimettano alla loro funzione le banche e la
finanza, cambiamenti che se applicati possono essere potenti leve di crescita
anche economica.