Quale scelta dovrebbero fare i cittadini italiani chiamati alle urne? Normalmente una scelta presuppone che ci siano delle alternative (da Wikipedia: “la scelta è quel processo mentale di pensiero implicato nel giudizio del valore di diverse opzioni a disposizione che si conclude con la selezione di una di esse ai fini della conseguente azione”), quindi la scelta si basa su ciò che si ritiene essere il meglio o il meno peggio rispetto alle alternative conosciute.
Quindi di fronte all’urna, nel momento in cui si dovrà esprimere una preferenza, si sarà preventivamente valutato quale schieramento, partito o movimento indicare con il nostro voto. E qui viene il difficile, perché distinguere tra una forza politica e l’altra è davvero arduo, non passa giorno che i rappresentanti dei partiti si rubino la scena per dichiarare di essere diversi ma alla prova dei fatti approvano o bocciano gli stessi provvedimenti.
Risulta pressoché impossibile identificare politicamente la sinistra dalla destra, l’unico modo per riuscirci è quello di sapere da chi sono espresse certe posizioni, “piuttosto che votare Grillo meglio votare il PDL”; “Sì all’alleanza con l’UDC”; “ sulle pensioni abbiamo scelto una linea di responsabilità…” ; “se fossi un operaio di Pomigliano voterei Sì al referendum Marchionne…”.
Sembrerebbero tutte posizioni espresse da un centro destra conservatore ed in vece sono espresse in ordine da Enrico Letta (degno nipote di Gianni), da Nichi Vendola (o come qualcuno ha twittato Nichi Vendutola), da Pierluigi Bersani(l’usato sicuro) e da quasi tutti i rappresentanti del PD (meno male che stanno dalla parte dei lavoratori!).
A noi cittadini italiani non resta che guardare sconsolati questo teatrino vergognoso, cercando un’alternativa che, nelle forze politiche istituzionali appare non esserci più o forse non esserci realmente mai stata. Però abbiamo comunque la possibilità di fare qualcosa: non votare questi uomini che oramai rappresentano solo gli interessi di casta.
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