Come meglio ha poi precisato in una seguente conferenza stampa: “Ciò che è certo è che, a breve, ci sarà anche un pacchetto di misure economiche che riguarderanno soprattutto chi ha dato meno”.
A distanza di due settimane, di quel discorso che aveva dato un po’ di speranza a milioni di italiani, stanchi di promesse non mantenute, bugie, incapacità e volgarità, cosa è rimasto? Dove è finita la parola equità, quella parola che dava speranza a tanti italiani indipendentemente dalla loro posizione politica?
In queste due settimane il Presidente del Consiglio incontrandosi con i Domini europei, Merkel e Sarkozy, ha promesso, incassando un unanime apprezzamento, misure pesantissime per controllare e ridurre il gigantesco e incontrollato debito pubblico italiano; in Italia il Governo ed il suo Presidente hanno ricevuto apprezzamento per sobrietà e capacità professionali dei suoi rappresentanti.
Ma quella parola equità si è persa per strada, forse, come qualcuno aveva indicato quando aveva letto la composizione del Governo, i poteri forti non avrebbero consentito misure eque che avrebbero leso maestà consolidate da anni di malgoverno; anni nei quali evasione, corruzione, facili profitti a scapito dei soliti dannati che pagano le tasse hanno raggiunto i massimi livelli.
Quella parola che se applicata sarebbe servita per ristabilire un equilibrio tra interessi di carattere morale (pubblici) e interessi utilitaristici (privati); ciò per assicurare il rispetto delle esigenze di tutela di tutti i cittadini di fronte ad una crisi che ha colpito e colpisce sicuramente le fasce più deboli della popolazione, ma che ha cominciato a farsi sentire anche su quella che viene considerata la classe media.
E in effetti, purtroppo, quello che si sente dire rispetto alle misure che domani verranno ufficialmente presentate in Parlamento è che la manovra colpirà soprattutto chi già le tasse le paga: l’aumento dell’IVA , la modifica delle regole per le pensioni, il ritocco delle aliquote IRPEF per redditi medi, la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, sono tutte misure che colpiscono la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti, quelli che le imposte le pagano alla fonte!
Da questa manovra, alla faccia dell’equità, resteranno fuori i poteri forti, i grandi patrimoni, gli evasori, i corruttori e i corrotti!
In Italia il 14% della popolazione detiene l’80% dei beni!
Caro Presidente Monti, l’equità richiede imperativamente una riduzione di questi alti livelli di patrimonio (in parte dovuti a corruzione e evasione fiscale) al fine di garantire una distribuzione sostenibile delle risorse.
Gli italiani onesti che sono la stragrande maggioranza, non ne possono più! Hanno riposto una grande speranza in quello che il nuovo Governo può e deve fare: pulizia dell’affarismo e del faccendierismo imperante in favore di una società più giusta.
Presidente Monti, non perda l’occasione per farlo!
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