Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

lunedì 26 dicembre 2011

L’eredità di Giorgio Bocca

Si potrà condividere o meno, il contenuto dei suoi innumerevoli articoli ma certamente tutti devono riconoscere la costante lotta di quest’uomo per la giustizia, la libertà, il progresso dell’Italia.

Giorgio Bocca, il partigiano giornalista che attraverso i suoi articoli ci ha aiutato a comprendere meglio il nostro paese è morto ieri a 91 anni e voglio ricordarlo con le parole che disse durante un’intervista a l'Espresso: «Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia. Sono passato per alcuni innamoramenti, la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il centro-sinistra. Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti: i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa. Invece mi trovo un paese in condominio con la mafia. E il successo di chi elogia i vizi».

Bene, partendo da queste parole mi rivolgo a quelli che ancora credono sia possibile cambiare questo paese per dire che la giustizia e l’equità vanno perseguite sempre!

Cari politici che vi riempite la bocca di <<faremo>>, <<siamo preoccupati>>, <<lavoriamo seriamente>>, siamo stanchi di barzellette, siamo stanchi di proclami che hanno il solo scopo di portare voti al proprio orticello ma che dietro non hanno niente di concreto; non uno di voi si è schierato in maniera chiara, tutti cercate di conquistare una fetta di elettorato solo per mantenere i privilegi per voi e la vostra corte a scapito dei tanti italiani che hanno creduto alle vostre parole.

Dietro proclami di preoccupazione, indignazione, ci sono accozzaglie di uomini uniti solo da interessi privati che hanno come vittima prestabilita quello Stato che giurano di servire.

Riprendiamoci questi valori, ricominciamo a valutare chi ci fa promesse a piene mani e poi ci massacra di tasse e disservizi, affrontiamo a viso aperto chi ci mente spudoratamente, rifiutiamo di credere alle tante parole senza il loro seguito di fatti, cerchiamo un ‘informazione più vasta e completa, chiediamo trasparenza………… e forse vedremo un paese migliore, il paese che avrebbe voluto vedere Giorgio Bocca: ……dove i giudici fanno giustizia, gli imprenditori l’impresa…...

domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale!

Anche quest’anno è arrivato il Natale. Con le sue luci, con quell’aria di festa che ci pervade, con i regali per i più piccoli, ma anche quelli per i più grandi; la Festa da passare in famiglia con i propri cari.
Però quest’anno, per gli italiani è un Natale un po’ diverso, siamo più poveri; ce lo dicono le proteste dei ferrovieri sulla Torre della stazione centrale di Milano, ce lo mostrano le lunghe code presso le associazioni che distribuiscono il pasto agli indigenti, ce lo indicano i numeri impietosi della disoccupazione, soprattutto quella giovanile.
Oggi è un giorno di festa, passiamolo con le persone a cui vogliamo bene, brindiamo con loro, stringiamoci a loro.

Ma non dimentichiamo! Non dimentichiamo che qualcuno ci ha messo in queste condizioni, non dimentichiamo che se abbiamo qualcosa in meno é perché ci sono delle responsabilità precise, non dimentichiamo che sono state fatte delle promesse: più equità e più lavoro!

Festeggiamo ma non dimentichiamo; brindiamo ma ricordiamoci di chi non lo può fare.

Se il domani sarà migliore dipende anche da noi……

Buon Natale

sabato 24 dicembre 2011

Siamo alle solite!

Non c’è giorno in cui il malaffare ed i cattivi comportamenti di nostri sconosciuti o illustri concittadini riempiono le pagine dei giornali.
Sembra non ci sia limite all’ indecenza, a come certi nostri fortunati compatrioti utilizzino il potere per farsi i propri affari alla faccia e sulla pelle di quella maggioranza di persone oneste che pagano sempre per tutti!
Forse si è scoperchiata, anche solo parzialmente, una pentola e da questa fessura iniziano a uscire notizie che fino a poco fa restavano celate.
Forse alcune testate giornalistiche e una nuova TV, non asservite al potere, non asservita ad editori  impastoiati con Banche, industrie e politici, hanno cominciato a darci delle notizie che prima nessuno osava mettere in primo piano.
Il best seller “La Casta” di Stella e Rizzo ha, insieme ad altri testi meno conosciuti ma altrettanto pugnaci e rivelatori, aperto un varco in un velo spesso che copriva le malefatte della nostra politica e dei suoi rappresentanti più alti, Parlamentari, Governatori e Consiglieri Regionali, Presidenti di Provincia, Sindaci, Dirigenti e dipendenti ministeriali, di aziende di stato, enti pubblici etc ….
Dopo decenni di malaffare la situazione è scappata di mano a quegli stessi che manipolando l’informazione ci hanno fatto credere che stavamo meglio degli altri, che l’italiano è un privilegiato, che i dipendenti sono garantiti, che andiamo tutti in vacanza e se capita anche al ristorante!
Siamo arrivati al dunque, l’Europa ci ha ordinato di ridurre il debito pubblico, oramai arrivato a quasi 2000 miliardi di Euro, non ci ha indicato quali interventi fare ma quali sono i capitoli che vanno affrontati per introdurre riforme strutturali. Cosa hanno pensato i nostri governanti? Prima di tutto di passare la mano, cioè di dare in mano il paese ad un nuovo governo fatto di tecnici.
Poi hanno detto a quegli stessi tecnici cosa toccare e soprattutto cosa non toccare e oramai sappiamo tutti cosa è stato fatto:
Pensioni, Benzina, Tabacco, Casa, IVA,  Irpef regionale e Comunale…..
Insomma i soli che pagheranno saranno gli stessi che hanno da sempre pagato, dipendenti, pensionati e gli onesti che dichiarano i loro introiti.
Nel paese dove migliaia di Barche oltre i 10 metri sono di proprietà di contribuenti che dichiarano meno di 20.000 € annui di reddito imponibile, dove gli aerei privati sono posseduti per la gran parte da chi dichiara meno di 50 mila euro, nel paese dove 72% dei proprietari dichiara un reddito complessivo inferiore a 26 mila euro; in questa fascia ricade il 61,6% dei lavoratori dipendenti, l’81,6% dei pensionati, il 63,2% dei lavoratori autonomi e degli imprenditori e ben l’89,2% dei proprietari con reddito prevalente da fabbricati, non dobbiamo stupirci se si cerca sempre di colpire gli stessi, quelli che non protestano, quelli che non possono fare pace col fisco, quelli che per onestà e per dignità dichiarano tutto fino all’ultimo centesimo.
Intanto le promesse di equità dove sono andate a finire?
Proprio in questi giorni sono state assegnate nuove poltrone, nuovi vitalizi, nuovi incarichi che costeranno allo Stato, a tutti noi, centinaia di migliaia di euro.
I nostri politici si portano avanti, non si toccano lo stipendio, il più alto d’Europa, pensate che il Trota, Renzo Bossi, guadagna quanto tre Governatori degli Stati Uniti messi insieme, mentre i nostri stipendi sono al 20 posto su 27 paesi di area euro, solo Grecia, Romania, Estonia, Lettonia, Cipro, Slovacchia, Repubblica Ceca hanno stipendi medi più bassi, ma con un costo della vita nettamente inferiore al nostro. Visti i bassi stipendi si è pensato bene di aumentare la benzina, infatti noi siamo al top per i carburanti che sono i più cari d’Europa, i treni per i pendolari sono stati ridotti ma in compenso sono aumentati i biglietti e gli abbonamenti, l’inflazione è in continuo aumento!
E i soldi che arrivano dalle nostre tasse alimentano la corruzione nella quale non ci batte quasi nessuno: siamo al 67 posto Mondiale per onestà, in Europa solo in Grecia c’è più corruzione che da noi.
Niente viene fatto per limitare la corruzione, per combattere la vera evasione, per ridare ai cittadini quello che si meritano pagando le tasse, cioè dei servizi che funzionano: sanità, trasporti, istruzione…
Non smettiamo mai di stupirci ed i indignarci, non dobbiamo dire “tanto non cambia mai niente”.

Non dobbiamo smettere di arrabbiarci e di combattere per cambiare questo Stato!

domenica 4 dicembre 2011

Dov’è finita l’equità?

Quando il Governo del Presidente del Consiglio, Mario Monti, si è presentato alla Camera per ottenere la fiducia (raggiunta con maggioranza bulgara), tra le parole del suo discorso, sicuramente le più apprezzate sono state Severità e Equità; la severità delle misure da adottare e l’equità nella loro applicazione.


Come meglio ha poi precisato in una seguente conferenza stampa: “Ciò che è certo è che, a breve, ci sarà anche un pacchetto di misure economiche che riguarderanno soprattutto chi ha dato meno”.


A distanza di due settimane, di quel discorso che aveva dato un po’ di speranza a milioni di italiani, stanchi di promesse non mantenute, bugie, incapacità e volgarità, cosa è rimasto? Dove è finita la parola equità, quella parola che dava speranza a tanti italiani indipendentemente dalla loro posizione politica?


In queste due settimane il Presidente del Consiglio incontrandosi con i Domini europei, Merkel e Sarkozy, ha promesso, incassando un unanime apprezzamento, misure pesantissime per controllare e ridurre il gigantesco e incontrollato debito pubblico italiano; in Italia il Governo ed il suo Presidente hanno ricevuto apprezzamento per sobrietà e capacità professionali dei suoi rappresentanti.


Ma quella parola equità si è persa per strada, forse, come qualcuno aveva indicato quando aveva letto la composizione del Governo, i poteri forti non avrebbero consentito misure eque che avrebbero leso maestà consolidate da anni di malgoverno; anni nei quali evasione, corruzione, facili profitti a scapito dei soliti dannati che pagano le tasse hanno raggiunto i massimi livelli.


Quella parola che se applicata sarebbe servita per ristabilire un equilibrio tra interessi di carattere morale (pubblici) e interessi utilitaristici (privati); ciò per assicurare il rispetto delle esigenze di tutela di tutti i cittadini di fronte ad una crisi che ha colpito e colpisce sicuramente le fasce più deboli della popolazione, ma che ha cominciato a farsi sentire anche su quella che viene considerata la classe media.


E in effetti, purtroppo, quello che si sente dire rispetto alle misure che domani verranno ufficialmente presentate in Parlamento è che la manovra colpirà soprattutto chi già le tasse le paga: l’aumento dell’IVA , la modifica delle regole per le pensioni, il ritocco delle aliquote IRPEF per  redditi medi, la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, sono tutte misure che colpiscono la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti, quelli che le imposte le pagano alla fonte!


Da questa manovra, alla faccia dell’equità, resteranno fuori i poteri forti, i grandi patrimoni, gli evasori, i corruttori e i corrotti!   


In Italia il 14% della popolazione detiene l’80% dei beni!


Caro Presidente Monti, l’equità richiede imperativamente una riduzione di questi alti livelli di patrimonio (in parte dovuti a corruzione e evasione fiscale) al fine di garantire una distribuzione sostenibile delle risorse.


Gli italiani onesti che  sono la stragrande maggioranza, non ne possono più! Hanno riposto una grande speranza in quello che il nuovo Governo può e deve fare: pulizia dell’affarismo e del faccendierismo imperante in favore di una società più giusta.


Presidente Monti, non perda l’occasione per farlo!