Lo sciopero, oramai quasi inevitabile, dei calciatori farà slittare l’inizio del campionato nazionale di calcio; poco male, ci godremo un’altra giornata di mare o di gita fuoriporta con i nostri cari e la giornata di campionato sarà recuperata quando tra le due parti in conflitto, calciatori e società, si troverà un accordo circa l’articolo 7 del contratto, quello relativo ai giocatori “fuori rosa”, cioè quei calciatori che le Società non ritengono più facenti parte del loro progetto di squadra e che quindi vengono costretti ad allenarsi a parte.
Quello che vorrebbe l’associazione calciatori è che i giocatori fuori rosa si allenassero con i compagni di squadra e non tenuti in disparte in una sorta di mobbing milionario.
Quello che vorrebbero le Società, rappresentate dalla Lega Calcio, è poter piazzare un calciatore a proprio piacimento e non potendolo fare lo mettono fuori rosa per “ammorbidirlo”.
D’accordo, sono questioni importanti, soprattutto perché questo contratto non riguarda solo i giocatori “Paperoni” della serie A ma anche i calciatori delle serie minori, con i quali i più pagati professionisti sono solidali, che hanno meno mercato e che sono in balia di presidenti per così dire “poco inclini alla trattativa”.
Quello che però disturba la gente comune è che oltre alla questione dei calciatori fuori rosa, si è data a questa protesta un ulteriore connotazione che con la solidarietà ha poco a che fare, cioè la negazione del contributo che ogni lavoratore che guadagna più di 90.000 o 150.000 euro (tutto ancora da confermare) dovrebbe sborsare; con motivazioni risibili “i nostri contratti parlano di netto e quindi il contributo lo devono pagare le società”, che detto da personaggi che guadagnano oltre 1 milione di euro l’anno è veramente uno schiaffo alla miseria, un modo per tirarsi fuori, un modo per dire che non fanno parte della massa, che non fanno parte del paese in cui vivono e guadagnano, anzi straguadagnano.
Una piccola riflessione si pone e domandiamo ai nostri beniamini: pensate che sia sufficiente fare beneficienza, per aumentare le deduzioni/detrazioni fiscali evitando di pagare le tasse sugli introiti delle pubblicità milionarie che fate? Pensate che il 10% in meno del vostro stipendio vi possa cambiare la vita in peggio? Pensate che sia corretto che i sacrifici siano richiesti a tutti i lavoratori e ai pensionati mentre voi ne siete esenti perché percepite il netto? Pensate di essere un buon esempio per gli appassionati di calcio, soprattutto per i giovani dei quali siete gl’idoli e gli esempi da imitare?
Crediamo che la maggior parte di voi provenga da famiglie normali, di gente normale che ha lavorato facendo sacrifici per mantenevi e permettervi di fare questo “lavoro”.
Adesso che avete raggiunto la popolarità ed il successo economico cosa fate? Vi dimenticate di chi eravate, di come vivevate, di come vive la gran parte degli italiani che contribuiscono ognuno secondo le proprie possibilità a sostenere questo paese attraverso il pagamento delle imposte.
Non fatevi compatire, fate un gesto che non vi cambia la vita ma che cambia la percezione che la gente ha di voi.
Ridatevi dignità!
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