Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

domenica 26 ottobre 2014

Alla Leopolda una lezione di arroganza

A me pare strano, un leader politico, non eletto, pontifica dal palco di una stazione ristrutturata, indicando la via per risollevare le sorti di un paese, l’Italia, alla deriva. Si circonda di amici e finanziatori, di leccapiedi e portaborse. Che sperano di fare un po’ di carriera facendosi vedere li in giro.

“L’Italia è governata dai peggiori: l’80% dei manager dichiara che la prima strada per far carriera è la conoscenza di una persona importante….”, affermò Luigi Zingales nel 2011 alla Leopolda, il cui concetto fu subito ripreso da Renzi, “Noi vogliamo un’Italia fondata sul merito, sulla conoscenza e non sulle conoscenze”.
Ed ecco che non appena preso potere il buon Matteo nomina a capo delle più importanti aziende dello Stato, amici ed amici degli amici, altro che competenza e conoscenza.

Ma alla Leopolda ci sono anche e soprattutto dei tavoli tematici dove gruppi di persone discutono e propongono soluzioni per migliorare il paese, gente “comune” che dibatte a approfondisce.
Gente come Davide Serra che non ha mai lavorato in Italia, ma è diventato ricco e apprezzato in Inghilterra dove ha creato un fondo speculativo, Algebris Investments, che da lavoro a ben 5 o 6 persone e che guadagna svariati milioni di sterline. Ebbene questo ricco e competente signore, che fa beneficenza, come riporta convenientemente una certa stampa, omettendo di citare il fatto che sfrutta le cospicue donazioni, come fanno molti altri ricchi e ricconi, per pagare meno imposte, interviene al tavolo del lavoro dove per migliorare le condizioni dei lavoratori suggerisce di limitare il diritto  di sciopero. Grande e innovativa idea!

E che dire del magnifico primo ministro, qui nella veste di chairman che, preso il gelato in mano, gelato nel senso di microfono, promette di risollevare il paese, in questo ci ricorda qualcuno che sulle promesse, mai mantenute, ci ha campato vent’anni,  attacca chi gli si oppone o soltanto chi cerca di esprimere un punto di vista diverso e alla fine esce con un di Berlusconiana memoria “ la sinistra radicale non vuole il cambiamento ed il progresso”!
Ma quale sinistra radicale, la sinistra in Italia non c’è più da molti anni, da quando ha cominciato ad anteporre i propri interessi, quelli delle poltrone, quelli delle cooperative rosse, quelli dei finanziamenti alle fondazioni, che altro non sono che grossi salvadanai per farci porcate, agli interessi dei lavoratori, dei pensionati, dei meno abbienti.

Che dire quindi? Se il progresso è il licenziamento facile, la morte del merito, l’impoverimento dei lavoratori a vantaggio delle imprese, la corruzione continua, l’innalzamento della pressione fiscale sui lavoratori e l’impunità verso chi le tasse non le paga, allora noi non ci stiamo.
Noi gente comune, noi che le tasse le paghiamo, noi che non abbiamo amici che ci raccomandano, noi che non occupiamo comode poltrone pubbliche con lauti guadagni, noi che se sbagliamo paghiamo, questo progresso non lo vogliamo.

sabato 21 giugno 2014

A volte

A volte una pausa è necessaria. Non soffermarsi troppo a leggere o ascoltar le notizie Italiane per un certo periodo, non approfondire le informazioni rispetto a scandali e inaccettabili modifiche istituzionali, aiuta ad essere un po’ meno arrabbiati, un po’ meno tesi.

Leggiamo e ascoltiamo distrattamente che è in programma una riforma della pubblica amministrazione,  che le prossime dichiarazioni dei redditi ci arriveranno a casa già precompilate, « lo Stato amico del cittadino», lo ha definito il ministro Boschi, che il nuovo Senato della Repubblica sarà composto da 100 Senatori, non eletti dai cittadini ma direttamente dai Consigli Regionali, che non potranno essere ne arrestati ne intercettati.  
Poi ci sono i mondiali di calcio in Brasile, di cui sono piene  le prime pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali, insieme ai fatti di cronaca, con i casi del delitto Yara e dei delitti di Motta Visconti. Le discussioni nelle strade, nei bar e sui luoghi di lavoro sono tutte incentrate su questi  argomenti.

I problemi dell’Italia e degli italiani paiono essere improvvisamente scomparsi, i delinquenti dell’EXPO e quelli del MOSE sembrano dimenticati, i TG non ne parlano, i giornali li relegano nelle pagine interne.
Eppure abbiamo il più alto tasso di disoccupazione di sempre, la corruzione è talmente diffusa e ingegnerizzata da essere diventata un sistema connaturato agli appalti pubblici, l’evasione fiscale, anche grave, non genera pene severe quali ci si aspetterebbe per reati contro lo Stato, quindi contro la collettività.

Aumentano le sperequazioni tra la gente comune e chi detiene qualche forma di potere politico o economico, mi riferisco all’emendamento che introduce la  responsabilità civile dei magistrati che, se  d un lato  sembrerebbe essere un provvedimento giusto contro il rischio di indagini superficiali o pilotate, da un altro  consente a chi ha mezzi economici importanti di intentare azioni legali contro i magistrati con il risultato di intimidire, se non inibire totalmente, la giusta azione indagatoria nei confronti del potente che pare aver  violato la legge.
Capisco che mi sto facendo di nuovo prendere dalla indignazione e dalla rabbia, ancora una volta mi piacerebbe non essere italiano, di fronte a queste cose vorrei essere in un paese diverso, dove la legge è veramente uguale per tutti, dove i diritti e i doveri sono gli stessi per tutte le persone,  dove non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Ma sono italiano, vivo qui e voglio che il mio paese sia migliore. So che informarsi e approfondire a volte fa male ma mettere la testa sotto la sabbia è solo un sistema per fingere che tutti questi problemi non esistano. Ma i problemi ci sono e se non si affrontano possono solo peggiorare.
A volte non pensarci serve a darti un po’ di respiro, anche gli atleti ogni tanto devono tirare il fiato, ma poi si riparte, bisogna ripartire e non lasciargliela vinta.

domenica 1 giugno 2014

Attenti al depistaggio

Dopo i primi trionfalistici momenti per salutare la larga vittoria elettorale del PD di Renzi,  nel quale ogni commentatore  ha letto motivazioni differenti, dagli ottanta euro in busta paga a 10 milioni di lavoratori,  dai  cambiamenti annunciati, alla dichiarata velocità con cui realizzare le riforme, subito dopo è cominciata una vera e propria caccia ai grillini, ai quali per contro si chiede il perché  di un risultato elettorale deludente, rispetto alle attese.

 Anzi tutta l’attenzione dei media si è orientata proprio nella ricerca delle motivazioni e nell’analisi del risultato del M5S. Per esempio è passata quasi sotto silenzio la debacle consistente di Forza Italia, passato da oltre il 35,3% dei consensi nel 2009, allora c’era anche la componente NCD, all’attuale 16,8%, ma anche con l’apporto di NCD con il flebile 4,3% delle preferenze, sarebbe stato un insuccesso disastroso rispetto alla precedente tornata.
Che dire poi del risultato della Lega Nord, passata dal 10,2% del 2009 al 6,3% attuale ma salutato come un successone.

Certo il M5S ha subito un arretramento dal punto di vista numerico, raffrontato  con  l’unico precedente  a cui fare riferimento, cioè le recenti elezioni politiche dove si era affermato come primo partito in Italia. Ma la vera scoppola è stata la differenza tra il risultato atteso, il « vinciamo noi!» gridato ai quattro venti da Grillo e quanto effettivamente raccolto. Comunque il Cinquestelle è risultato il secondo partito italiano anche con elezioni un po’ particolari come le europee e deve dire grazie ai suoi deputati, che in questi mesi hanno lavorato sodo per cercare di fermare i disastri dei governi Letta e Renzi che in ossequio alla governabilità e alle larghe intese hanno tentato di far passare, purtroppo a volte riuscendoci, leggi ed emendamenti scandalosi. E’ questo, quello che deve fare un’opposizione seria, portare alla luce del sole leggi e leggine ignobili, fatte alla chetichella, per favorire questa o quella lobby, questa o quella categoria.
Se abbiamo saputo del regalo alle Banche dovuto alla legge IMU/Bankitalia, se Berlusconi è incandidabile, se a Genovese è stata data l’autorizzazione a procedere ed è finito in galera, se abbiamo saputo della diminuzione delle pene per i reati di mafia è grazie al lavoro in commissione di cittadini del Movimento Cinque Stelle.

Poi Grillo fa un comizio, appare in televisione, esterna con il suo linguaggio da palcoscenico le sue idee personali, estremizzando e parlando per paradossi ed il risultato qual è?  Che tanti cittadini si intimoriscono, mettono sul piatto della bilancia da una parte gli ottanta euro in busta paga e dall’altra la frase «oltre Hitler» che i media nazionali raccolgono e indirizzano, e scelgono di non votare  nemmeno quel Movimento che non solo promette ma mantiene, come ci dicono i quarantadue milioni di euro di rimborsi elettorali lasciati allo stato.
Ma si sa da un lato c’è il potere che deve spostare l’attenzione dalle sue malefatte, che ne dite di Greganti e Frigerio e dello scandalo EXPO? Che ne dite di Scajola e Dell’Utri? e dall’altro lato c’è un personaggio, Grillo, che non può stare senza essere protagonista e sceglie il tempo e modo peggiore per esserlo, accordandosi per esempio con Farage dell’Ukip,  .

Quale miglior regalo per Renzi e le larghe intese, non hanno nemmeno bisogno creare diversivi per poter nascondere le loro manovre, c’è Grillo che opera per questo!