Ma come è sempre accaduto in Italia da quando si vota per le
Elezioni Europee, i candidati sono scelti dai partiti più sulla base di una spartizione
delle poltrone che per incidere realmente in Europa. Insomma pare un
appuntamento più per verificare il peso politico interno dei partiti. Le reali
competenze da portare in un importante consesso quale è quello europeo, con
questa logica, paiono completamente assenti e quasi nessuno conosce quali sono
le proposte che partiti e candidati intendono avanzare.
Come se non bastasse, a pochi giorni dalle elezioni è tornato attuale, ma probabilmente non ha mai
smesso di esserlo, il tema della corruzione. L’Expo milanese, appuntamento di
visibilità e rilevanza mondiale, minato dal sistema di corruttela, mai combattuto
dai partiti ma anzi da questi alimentato ai fini di incrementare il proprio potere
economico, scoperto dalla magistratura che ha arrestato i redivivi Gianstefano
Frigerio, ex DC e ora Forza Italia, e Primo Greganti, ex PC PDS e ora PD ,
personaggini niente male, delinquenti incalliti, già condannati a 6 anni e
rotti di reclusione per corruzione e associazione per delinquere negli anni
novanta durante l’inchiesta «mani pulite», e ancora oggi, alla faccia della
pulizia dichiarata dai leader dei principali partiti, iscritti negli stessi e ben
inseriti nel carrozzone dell’EXPO per fare e per far fare affari.
E oramai non dovrebbe stupirci che le larghe intese, prima
che in parlamento e dintorni, siano state realizzate nella stanze dove si decidono
gli affari, le cooperative rosse e quelle bianche di CL insieme per la
spartizione del bottino.
Alto che bene dei cittadini e dei lavoratori, altro che
carità cristiana, la divisone degli appalti ha unito quello che apparentemente
sembrava diviso, la destra e la sinistra in barba ai propri elettori intente a decidere su come dividersi le
poltrone, le commesse e le tangenti.
Non sorprende quindi che la campagna elettorale per le
Europee si stia palesando in un tutti contro Grillo. Si, non ci sono più destra
e sinistra che si affrontano con proposte diverse, con programmi distinti e
parole d’ordine proprie. Oramai c’è un partito unico del malaffare, con
delinquenti che guidano i partiti o ne sono i cofondatori, gli ex ministri che finiscono
in carcere per i loro rapporti con la Ndrangheta, parlamentari che vengono
arrestati per associazione a delinquere ed i loro emissari che sono in giro per
l’Italia a cercare il modo migliore per derubare lo Stato.
«L’Italia cambia verso», «Abbassiamo le tasse», sono gli
slogan pronunciati come un mantra dai leader di questo partito unico, uniti
contro il Movimento 5 stelle, l’unico che non prende soldi pubblici, l’unico i
cui parlamentari si sono autoridotti lo stipendio, l’unico che sottoscrive un
limite di due mandati nelle cariche pubbliche, l’unico che ha un programma
chiaro per l’Europa come per l’Italia, un programma che non piace per niente a
Renzi, a Berlusconi, a CL, a Cooperative Rosse, a mafia, a camorra e a ndrangheta.
Sarà per questo che sono tutti contro Grillo e il Movimento
5 stelle?