Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

domenica 18 maggio 2014

Elezioni europee e scandali italiani

Tra una settimana ci appresteremo, perlomeno chi ha intenzione di farlo, ad andare a votare per il Parlamento Europeo. Dovremmo insomma eleggere dei candidati che portino avanti le istanze e gli interessi dei cittadini italiani, persone che dovrebbero  avere ben chiaro cosa e come proporre quelle modifiche legislative che consentano all’Europa di diventare una entità politica coesa nella quale gli interessi di tutti i cittadini siano rispettati, siano essi Olandesi, Belgi, Portoghesi o Italiani.

Ma come è sempre accaduto in Italia da quando si vota per le Elezioni Europee, i candidati sono scelti dai partiti più sulla base di una spartizione delle poltrone che per incidere realmente in Europa. Insomma pare un appuntamento più per verificare il peso politico interno dei partiti. Le reali competenze da portare in un importante consesso quale è quello europeo, con questa logica, paiono completamente assenti e quasi nessuno conosce quali sono le proposte che partiti e candidati intendono avanzare.
Come se non bastasse, a pochi giorni dalle elezioni  è tornato attuale, ma probabilmente non ha mai smesso di esserlo, il tema della corruzione. L’Expo milanese, appuntamento di visibilità e rilevanza mondiale, minato dal sistema di corruttela, mai combattuto dai partiti ma anzi da questi alimentato ai fini di incrementare il proprio potere economico, scoperto dalla magistratura che ha arrestato i redivivi Gianstefano Frigerio, ex DC e ora Forza Italia, e Primo Greganti, ex PC PDS e ora PD , personaggini niente male, delinquenti incalliti, già condannati a 6 anni e rotti di reclusione per corruzione e associazione per delinquere negli anni novanta durante l’inchiesta «mani pulite», e ancora oggi, alla faccia della pulizia dichiarata dai leader dei principali partiti, iscritti negli stessi e ben inseriti nel carrozzone dell’EXPO per fare e per far fare affari.

E oramai non dovrebbe stupirci che le larghe intese, prima che in parlamento e dintorni, siano state realizzate nella stanze dove si decidono gli affari, le cooperative rosse e quelle bianche di CL insieme per la spartizione del bottino.
Alto che bene dei cittadini e dei lavoratori, altro che carità cristiana, la divisone degli appalti ha unito quello che apparentemente sembrava diviso, la destra e la sinistra in barba ai propri elettori  intente a decidere su come dividersi le poltrone, le commesse e le tangenti.

Non sorprende quindi che la campagna elettorale per le Europee si stia palesando in un tutti contro Grillo. Si, non ci sono più destra e sinistra che si affrontano con proposte diverse, con programmi distinti e parole d’ordine proprie. Oramai c’è un partito unico del malaffare, con delinquenti che guidano i partiti o ne sono i cofondatori, gli ex ministri che finiscono in carcere per i loro rapporti con la Ndrangheta, parlamentari che vengono arrestati per associazione a delinquere ed i loro emissari che sono in giro per l’Italia a cercare il modo migliore per derubare lo Stato.   
«L’Italia cambia verso», «Abbassiamo le tasse», sono gli slogan pronunciati come un mantra dai leader di questo partito unico, uniti contro il Movimento 5 stelle, l’unico che non prende soldi pubblici, l’unico i cui parlamentari si sono autoridotti lo stipendio, l’unico che sottoscrive un limite di due mandati nelle cariche pubbliche, l’unico che ha un programma chiaro per l’Europa come per l’Italia, un programma che non piace per niente a Renzi, a Berlusconi, a CL, a Cooperative Rosse,  a mafia, a camorra e a ndrangheta.

Sarà per questo che sono tutti contro Grillo e il Movimento 5 stelle?

martedì 6 maggio 2014

Un calcio allo Stato

Quello che il calcio ha messo in luce attraverso il triste spettacolo dello Stadio Olimpico a Roma in occasione della finale di Coppa Italia, è l’incapacità della nostra classe politica o forse la sua mancanza di volontà ad affrontare e combattere la delinquenza organizzata.
Questo episodio, l’ultimo di una lunga serie, assommato agli episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine nei confronti di singoli che hanno avuto la sfortuna di transitare nei pressi di una pattuglia in servizio, come sappiamo con drammatiche conseguenze per i malcapitati, e all'esagerata esibizione del potere nei confronti degli studenti durante le manifestazioni di piazza,  ben rappresentano l’elevato grado di insicurezza in cui si ritrovano i cittadini italiani che è proprio di un paese alla deriva, di uno Stato che si è arreso alla criminalità.
Costretti, per l’inettitudine o per gli interessi della classe dirigente del paese a liberare i veri delinquenti, a contrattare con la malavita, ad abbassare la testa di fronte a camorra, mafia e ndrangheta ma anche a sopportare gli ordini dei «tifosi»,  i tutori dell’ordine, siano essi Poliziotti, Carabinieri o Guardie Carcerarie, danno libero sfogo alla loro frustrazione prendendosela con dei poveracci, massacrandoli di botte, calpestandoli, rompendogli sulle spalle e sulla testa i manganelli.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: i grossi papaveri non devono temere nulla. Lo Stato si fa garante di non intervenire, di non interrompere affari lucrosi, cui evidentemente più di un politico partecipa, ma anzi interviene con chi protesta, sgombera case occupate lasciando per strada intere famiglie con bambini piccoli costretti a dormire in un auto o sotto un ponte. Come stride l’immagine di questi poveracci presi a spintoni dai poliziotti con quella di illustri delinquenti che si permettono il lusso di circolare con la scorta seppur condannati dai tribunali. Come urta la coscienza di tutti l’immagine di un ragazzo, di un uomo, a terra implorante aiuto, pestato a sangue da quattro poliziotti o carabinieri con quella delle forze dell’ordine che trattano con il capo tifoso per poter fare andare avanti la partita.
Piegati dai più forti, incapaci o impossibilitati a far rispettare la legge, se la prendono con i deboli o gli indifesi, con chi non fa parte di un certo mondo, con chi non può permettersi un’adeguata difesa, disattendendo il compito principale a cui sono chiamati, la difesa della cittadinanza e delle Istituzioni.
I politici osservano con distacco quello che succede senza tentare di porre rimedio alle tante, troppe ingiustizie, impegnati come sono a garantirsi i voti di questa o quella lobby, di questo o quel clan, di questa o quella tifoseria…
….insomma un calcio allo Stato.