Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

domenica 23 marzo 2014

Molti annunci, pochi fatti, zero risultati

Cosa dire di un paese che va alla deriva e alla cui guida c’è un’armata Brancaleone, senza progetti che naviga a vista riproponendo le stesse cure dei precedenti governi ? Una serie di interventi annunciati più per motivi elettorali e per ben figurare in Europa, una serie d’interventi minimali senza prospettiva futura.

E visto che pare non esserci copertura finanziaria alle misure avanzate dal nuovo Governo Renzi, il Ministro dell’economia Padoan, annuncia il solito piano (ma quale?) di privatizzazioni che sicuramente corrisponderà alla svendita dei migliori pezzi della collezione pubblica e che avrà come risultato una piccola  boccata d’ossigeno per le casse dello Stato ma un grande affare per le fameliche bocche dei soliti imprenditori di sistema.

L’eliminazione delle province viene stimata valere 11 miliardi di euro e se realizzata sarebbe una riforma strutturale che consentirebbe di rimpinguare le casse esangui del nostro paese, così come il tetto ai compensi dei manager pubblici italiani che guadagnano mediamente 467000 euro annui, contro una media dei paesi OCSE che è 167000 euro e contro i 166000 euro medi percepiti dai manager della Germania (non l’ultima della classe), passando poi a rivedere le più alte pensioni retributive, oggi il calcolo della pensione si basa sulla contribuzione, delimitando il loro percepimento ad un certo valore o aumentando l’aliquota fiscale dopo un certo importo, per dirla con il M5S, diciamo tutte quelle da 5000 euro in su. Si potrebbero poi accorpare i comuni con meno di 10000 - 150000 abitanti che porterebbero altri consistenti risparmi strutturali e che si tradurrebbero in efficienza  e servizi per i cittadini, intervenire per rivedere le spese della Sanità pubblica razionalizzando gli acquisti, con il famoso Centro Unico di Spesa che porterebbe ad avere un costo certo di un prodotto comprato a Catanzaro come quello che viene comprato a Milano, aumentando i controlli sulla gestione della sanità Privata che tende a pesare sempre più sulle casse dello Stato, svolgendo attività sottratte al pubblico e gestite a fini di lucro, il caso Brega Massone – Santa Rita di Milano insegna.  

Altro che privatizzazioni e svendite, interventi che non sono strutturali ed hanno il grosso difetto di impoverire ulteriormente il paese. Ci vogliono altri iniziative e altro coraggio che questa classe politica collusa con il peggio che esprime la nostra società non può avviare.
La fila degli interventi strutturali potrebbe essere lunghissima  e toccare tutti i settori, per esempio non si parla più di anticorruzione e di evasione fiscale, noi siamo il paese con il più alto tasso di evasione fiscale in Europa ma quello con il minor numero di detenuti per questo tipo di reato che nei paesi più civili viene considerato giustamente  gravissimo e come tale viene punito, il caso Hoeness in Germania ne è un chiaro esempio.

Ma certo è più semplice lasciare le cose come stanno, non rischiare di far arrabbiare coloro, e sono tanti, che con questa gestione sprecona e malavitosa ci costruiscono ricchezza e potere. Come rischiare di non avere poltrone a sufficienza per mettere a sedere comodamente e con lauti stipendi i trombati della politica che sono anche un bacino di voti, con il risultato di rischiare di perdere consensi?
E così si percorrono le solite strade, facili annunci, gli ottanta euro in busta paga, le 160 auto blu da vendere su e-bay, il pagamento del debito della pubblica amministrazione, il prelievo fiscale sulle transazioni finanziarie, ma di concreto sinora niente. Dov’è il progetto di Renzi, qual’è il cambio di verso?

Io vedo solo un bravo venditore, che sa utilizzare i nuovi media con disinvoltura, ma niente di più.

domenica 9 marzo 2014

Quando si cambia per non cambiare

Siamo di nuovo di fronte ad un tentativo di mascherare l’incapacità della politica e dei suoi rappresentanti con annunci, dichiarazioni, moniti, insomma parole con dietro il vuoto che servono solamente a dare l’illusione di movimento, ma che hanno come scopo proprio quello di non cambiare niente.

Siamo passati dai tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità del Governo Monti, a quelli del Governo Letta:  stop all'Imu, estensione degli ammortizzatori per i precari, cancellazione dei rimborsi elettorali, riduzione del costo del lavoro, per arrivare al cambio di verso del Governo del «rottamatore» Renzi, che ha detto più bugie in venti giorni di quante i suoi predecessori nei mesi in cui hanno governato.

A dicembre 2013 dichiarava che a Enrico Letta, «offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili, e cioè riforme, lavoro ed Europa. E se l'esecutivo non realizzerà questi obiettivi, il Pd separerà il suo destino da quello della maggioranza»…..«ad Alfano ripeto noi siamo trecento, loro trenta. Mica ce l'ha ordinato il dottore di stare insieme.»
Ci troviamo a fare i conti con il terzo Presidente del Consiglio paracadutato dall’alto, senza passare dalle elezioni politiche. Il terzo nominato da Napolitano, il terzo a cui il Capo dello Stato detta l’agenda, incurante della Costituzione Repubblicana.

Ma sostituendo un fattore il risultato purtroppo non cambia; per l’Italia e gli italiani, almeno per quella maggioranza di cittadini onesti, il risultato è sempre lo stesso e purtroppo è uno zero! Perché se uno dei fattori è uguale a zero il prodotto è nullo e Napolitano ha indirizzato e lavorato affinché non cambiasse niente e niente cambi. I suoi Presidenti del Consiglio sono fattori che nella nostra moltiplicazione valgono zero.

Per dirla con Gustavo Zagrebelsky, intervistato su Il Fatto Quotidiano: « La classe dirigente – intendo coloro che stanno nelle istituzioni, a tutti i livelli – è decaduta a un livello culturale imbarazzante. La ragione è semplice: di cultura politica, la gestione del potere per il potere non ha bisogno. Sarebbe non solo superflua, ma addirittura incompatibile, contraddittoria» ….«La politica si riduce alla gestione dei problemi del giorno per giorno, a fini di autoconservazione del sistema di potere e dei suoi equilibri».
Ma il potere ha bisogno di leggi che garantiscano il mantenimento dello status quo, ed ecco che per assicurare i poteri forti, Renzi come primo obiettivo si è dato la riforma della legge elettorale e naturalmente l’ha studiata con Berlusconi. E continuando con le parole di Zagrebelsky  che non posso non condividere,  «Pensiamo ad esempio al sistema elettorale. Dovrebbe garantire che la base della vita politica stia presso i cittadini elettori. La logica della legge che abbiamo avuto fino a ora e, con ogni probabilità, di quella che avremo se la riforma andrà in porto, è invece quella della nomina dall'alto (delle segreterie dei partiti), con ratifica degli elettori. Uno dei principi del Fascismo era: il potere procede dall'alto ed è acconsentito dal basso».

Altro che cambiamenti di verso e di passo, per gli italiani purtroppo, niente di nuovo sotto il sole.