Non cercare di diventare una persona di successo, ma piuttosto una persona di valore (Albert Einstein)

mercoledì 11 settembre 2013

Un paese sotto ricatto

Il giorno dopo la seconda convocazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, nella quale si doveva votare il documento del relatore Augello (PDL), il quale, durante la prima seduta, aveva cercato di proporre delle pregiudiziali rispetto alla legge Severino ed alla sua applicabilità, tentando di non arrivare ad una votazione sulla incandidabilità di Silvio Berlusconi, condannato nei tre differenti gradi di giudizio, previsti dalla legge italiana, a 4 anni di reclusione per frode fiscale,  ma ad una dilazione nei tempi del dibattito, nell’attesa  della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo  di Strasburgo, alla quale gli avvocati di Berlusconi hanno presentato ricorso contro lo Stato Italiano, nell’attesa di un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale, alla quale per il momento sembra non sia ancora stato presentato alcun ricorso, nell’attesa insomma che succedesse qualcosa: e qualcosa è successo!
Una frase dal Quirinale: bisogna  «rafforzare i pilastri della convivenza nazionale o tutto può essere a rischio», pronunciata dall’ineffabile Giorgio Napolitano, l’ottantottenne Presidente della Repubblica Italiana, ha cambiato l’inerzia del procedimento. Non si vota come sembrava sino al giorno prima contro il documento del relatore del PDL, ma si prosegue ad approfondire e valutare le questioni che da pregiudiziali sono diventate preliminari prima di decidere se Berlusconi deve restare Senatore o meno.
Prima la nomina di un governo dei tecnici, con Monti, poi in piena campagna elettorale il monito ai giudici di non limitare il leader del PDL, successivamente, dopo aver umiliato Bersani, la costituzione del comitato dei Saggi e ancora, dopo essersi fatto rieleggere, l’invenzione del Governo delle grandi intese a guida Letta; e adesso questo nuovo intervento a gamba tesa per tentare di salvare un pregiudicato da una inevitabile decisione.
I casi sono due o siamo in mano a un dittatore che decide, indipendentemente dalla volontà dell’elettorato e della Carta Costituzionale, chi Governa, quale sia l’agenda politica e chi mandare o meno in galera o siamo in mano a una persona ricattata che non può fare a meno di prendere iniziative decise da altri, magari da un solo altro!
Ebbene in entrambe i casi ci sarebbero le condizione per chiedere l’impeachment, quale unica valvola di  sicurezza per garantire la democrazia contro un abuso di potere politico di una alta carica dello Stato o contro la sua corruzione o ricattabilità.
Perché il nostro è un paese sotto ricatto, è ricattato da una persona sola che ha i mezzi economici per farlo e li ha usati per creare un partito, per prendere il potere e,  ce lo dicono i fatti di questi ultimi decenni,  per mantenerlo a scapito dell’Italia e degli italiani, anche se non tutti paiono capirlo.
La liberazione, quella vera, da questa morsa mortale  potrà avvenire solamente eliminando questo male che ha riempito le stanze del potere di stipendiati pronti a rispondere a comando. Gli unici che sembrano capirlo e che lottano per farlo sono i deputati e i senatori del M5S che ogni giorno denunciano le malefatte di questo esecutivo dei Presidenti (quello ufficiale e quello che lo manovra), nonostante in tutti i modi si cerci di tappare loro la bocca.
Prima o poi si arriverà ad un’altra tornata elettorale e nonostante i sondaggisti «di regime», anche loro devono pur mangiare,  rappresentino nei loro sondaggi, come al solito, un testa a testa tra i due partiti PD e PDL,  riuniti oramai nel partito unico del Presidente,  non ci saranno più così tanti italiani disposti a mettere la testa sotto la sabbia. E forse terminerà l’epoca dei ricatti e inizieremo ad affrontare i problemi degli italiani.

domenica 1 settembre 2013

L’abolizione dell’IMU e della Giustizia

Mentre il Presidente della Repubblica firmava il decreto legge che approva l’abolizione dell’IMU, l’ex Presidente del Consiglio e unico leader del Pdl S. Berlusconi, accompagnato da Marco Pannella, si recava a firmare i referendum radicali sulla giustizia.
Da danno a danno, vent’anni di berlusconismo non sono bastati, ancora una volta, ma possiamo dire senza tema di smentite che da vent’anni è la quotidianità, Berlusconi fa e disfa a suo piacere confidando nella memoria corta degli italiani.
Prima promette ed elimina l’ICI, che già non era pagato dalle prime case e dai meno abbienti,  favorendo così un ulteriore buco nel bilancio dello stato e facendo un bel regalo ai proprietari di case di lusso. Poi in piena crisi economica si fa scrivere dall’Europa comunitaria e dalla BCE, perché non risultasse che fosse lui a prendere certe iniziative ,  la lettera con la quale si elencano le riforme necessarie all’Italia per uscire dalla crisi, naturalmente sempre negata da Berlusconi, tra le quali l’introduzione dell’IMU ed il pareggio di Bilancio entro il 2013, ratificati poi dal Governo Monti, sostenuto dalla coalizione PD - PDL, che ha sottoscritto il «fiscal compact». L'accordo internazionale firmato nel marzo del 2012 ma entrato in vigore nel 2013, prevede per i paesi contraenti, l'inserimento in ciascun ordinamento statale (con norme di rango costituzionale, o, comunque, nella legislazione nazionale ordinaria), dell'obbligo di perseguire il pareggio di bilancio (art. 3, c. 1), l'obbligo per tutti i paesi di non superare la soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del Pil), oltre a imporre una significativa riduzione del debito al ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul Pil nell'arco di un ventennio (artt. 3 e 4).
Manovre che hanno sprofondato ulteriormente il paese in una crisi profonda e che hanno segnato una ulteriore marcata differenza tra ricchi e poveri, una frattura dalla quale sarà molto difficile guarire. Adesso per motivi meramente elettorali che nulla hanno a che vedere con le reali necessità del paese di riprendersi,  la nuova abolizione di una imposta, l’IMU appunto, da lui precedentemente voluta e la firma dei referendum radicali per la «Giustizia Giusta» che chiedono tra l’altro l’abolizione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina e la legge Giovanardi sulle droghe, varate durante i suoi Governi, la dicono lunga sulle intenzioni di Silvio Berlusconi: restare al potere, costi quel che costi.
Dopo l’abolizione dell’IMU si tenta di abolire anche la Giustizia.
Ma se gli italiani hanno la memoria corta ed ancora danno, anche se sempre in minor numero, credito a questo bugiardo patentato, criminale accertato, c’è qualcuno che la memoria ce l’ha ed è madre natura, quello che non riusciranno a fare gli uomini, perché incapaci o perché corrotti o perché ricattati, farà il tempo; l’uomo ha 77 anni , io gli auguro di vivere a lungo, ma spero che lo faccia al di fuori delle istituzioni dove ha già fatto un danno forse irreparabile; prima si potrà guardare ai problemi del paese e non a quelli di una sola persona prima si potrà  cercare di risolverli.